In un esperimento, modificare la tonalità della voce è servito anche a far cambiare l'umore delle persone. Una scoperta che apre scenari bizzarri ma interessanti per intervenire su disturbi come la depressione.
Sentir parlare noi stessi con tono triste o felice basta a far virare il nostro umore nella direzione espressa dalla nostra voce. Tenderemmo a pensare che i sentimenti precedano la loro espressione, non che la seguano, invece sta diventando sempre più evidente che spesso non è così. O almeno che funziona in entrambi i modi.
L’hanno dimostrato con un singolare esperimento ricercatori del Cnrs francese e di altri istituti di ricerca in Francia, Svezia e Giappone.
ASCOLTARSI. Gli scienziati hanno creato un programma in grado di modificare il tono emotivo della voce di una persona, rendendolo più gioioso, triste, o teso e impaurito. Poi, un centinaio di persone, 112 per la precisione, sono state invitate a leggere ad alta voce un brano (che, per la cronaca, era tratto dalla traduzione in francese di un racconto dello scrittore giapponese Haruki Murakami), mentre ascoltavano in cuffia, in tempo reale, la loro voce inalterata, oppure modificata dal software in modo da suonare più triste, più allegra, oppure impaurita.
IGNARI DI SE STESSI. La prima cosa sorprendente (tanto per noi quanto per i ricercatori) è stata che solo uno tra gli oltre cento partecipanti all'esperimento si è reso conto della modifica (“avete cambiato la mia voce per renderla più emotiva” ha detto subito agli sperimentatori), mentre una quindicina ha riferito di aver percepito qualche stranezza nella propria voce. Tutti gli altri, 93 persone, non si sono accorti di niente, nonostante il cambiamento sia invece risultato del tutto evidente ad altri ascoltatori indipendenti che hanno ascoltato la voce originale e poi quella con l’intonazione modificata.
CAMBIAMENTI DI VOCE E DI UMORE. Lo stato emotivo dei partecipanti è stato misurato con un test all’inizio e alla fine dell’ascolto della loro voce. E – questa è stata la seconda cosa sorprendente – alla fine le persone si sono dichiarate dello stesso umore in cui era stata modificata la loro voce, più tristi o più felici che in partenza (ma non, a quanto pare, impaurite).
Non solo: queste emozioni sono state anche osservate da un punto di vista fisiologico, grazie a misure della conduttività delle pelle, che varia a seconda dello stato emotivo. Un po’ come dire: la mia voce suona allegra (o triste), quindi probabilmente lo sono (e lo divento) davvero. Si sa già che qualcosa del genere è all’opera con altre sensazioni fisiche, per esempio che la sola mimica del sorridere influenza come ci si sente, ma sarebbe la prima dimostrazione del genere nell’ambito del sistema uditivo.
PERCHÉ SORRIDERE FA BENE. Sarebbe insomma un esempio di come i nostri sensi possano forgiare pensieri ed emozioni, e non solo viceversa. Di questa scoperta si possono immaginare tantissimi utilizzi, primo fra tutti quello di sfruttare la voce come ausilio contro la depressione. “Si potrebbe indurre un atteggiamento più positivo ri-raccontando certi ricordi carichi di emotività in un tono di voce modificato” esemplificano gli autori. Sembra impossibile, ma sentire noi stessi che parliamo con voce allegra ci convince che siamo felici, come esercitare i muscoli del sorriso aiuterebbe a sentirci meglio.
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