Una foresta fossile in Antartide racconta uno scenario post-apocalittico di una catena di eventi che portò alla Grande Estinzione del Permiano. Aiuterà a comprendere gli scenari del nostro global warming.
Alla fine del Paleozoico, circa 260-250 milioni di anni fa, si verificò la più grande estinzione di tutti i tempi, nota come Grande Estinzione del Permiano: scomparve dal 90 al 99% di ogni forma di vita. La mappa mostra la geografia della Terra all'inizio del Permiano, circa 255 milioni di anni fa.
Nel Permiano-Triassico furono enormi eruzioni vulcaniche o l'impatto di asteroidi a creare il global warming che cambiò radicalmente l'ecosistema sulla Terra, oggi il riscaldamento globale è prodotto dai gas serra immessi dall'uomo in atmosfera da un secolo a questa parte. Il "nostro" global warming è molto, molto modesto rispetto a quello di milioni di anni fa, eppure ne percepiamo e subiamo le conseguenze: alcune sono evidenti, altre sono prevedibili, altre ancora sono più complesse da decifrare e proiettare nel futuro. Un contributo allo studio degli scenari possibili arriva dai ricercatori dell'Università di Siena impegnati nel Programma nazionale di ticerche in Antartide (Pnra).
LA FORESTA FOSSILE. Le campagne geologiche ai poli ci aiutano a comprendere la storia e gli effetti dei cambiamenti globali del clima sulla Terra. I geologi italiani, coordinati da Gianluca Cornamusini, hanno scoperto ad Allan Hills, un rilievo montuoso che confina con il plateau antartico orientale, nella Terra Vittoria, una foresta fossile di 250 milioni di anni fa, quando l'Antartide era ancora aggregato alGondwana, il supercontinente unico delle terre emerse.
La drifted fossil forest, con "lembi di torbiere fossilizzate e alberi imballati all'interno di rocce arenarie fluviali", è lì a dimostrare l'esistenza di antiche foreste di conifere e di grandi fiumi dall'andamento impetuoso ai poli dal periodo Devoniano fino al Permiano-Triassico, tra 260 e 237 milioni di anni fa, quando il Gondwana cominciò a frantumarsi dando origine ai diversi continenti. Ed è la testimonianza di uno scenario post-apocalittico.
600 MILIONI DI ANNI DELLA TERRA
«L'apocalisse si scatenò verso la fine del Permiano in seguito a processi catastrofici, causati da eccezionali eruzioni vulcaniche in quella che oggi è la Siberia o forse dall'impatto di asteroidi», racconta Cornamusini, «con conseguenti giganteschi incendi seguiti da devastanti alluvioni. L'effetto, qualunque ne sia stata la causa, fu il riscaldamento globale del pianeta. Il global warming modificò radicalmente il clima della Terra, con conseguenze fin tutto il Triassico inferiore, determinando una generalizzata aridizzazione che compromise l'ambiente e l'intero sistema vegetale, peggiorando ulteriormente le condizioni di CO2 in atmosfera. Il recupero ambientale si sarebbe poi riavviato milioni di anni dopo, a partire dal Triassico medio.»
Oltre a distruggere le grandi foreste di conifere allora presenti nelle regioni che oggi sono i due poli, il global warming del Permiano-Triassico portò alla più grande e drammatica estinzione di massa della storia della Terra: si stima che scomparve oltre il 90% di ogni forma di vita.
La foresta fossile, ossia un elemento di quello scenario post-apocalittico, «darà un contributo allo studio della storia climatica della Terra, e servirà anche a capire meglio le possibili conseguenze di un nuovo riscaldamento globale», spiega Cornamusini. Gli studi su questo residuo di un lontano passato potranno dunque offrire una chiave di lettura per interpretare il futuro dei cambiamenti climatici in corso.
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