Sodio, potassio, ferro, calcio, forse rilasciati da comete: lo studio aiuterà a interpretare le dinamiche dell'atmosfera, anche di altri pianeti, e il cambiamento climatico.
Panoramica dalla ISS: in arancione e giallo la troposfera, strato che contiene la quasi totalità del vapore acqueo e l'80% della massa dell'atmosfera.
Lo studio di un giovane ricercatore giapponese, Takuo Tsuda, sulle origini del sodio nella nostra atmosfera - rilevato la prima volta nel 1920 e poi negli anni '60 - ha confermato l'esistenza di uno strato di polveri di metalli in sospensione nella ionosfera, la zona di gas ionizzati che va da 60 a 300 km dalla superficie (fonte: Noaa) e che comprende parte della mesosfera (50-90 km) e della termosfera (90-600 km).
La ricerca è stata condotta in Antartide, dove le condizioni per lo studio dell'atmosfera sono ottimali, e in Norvegia. Dalla base antartica giapponese Showa, con l'ausilio di un telescopio e del Lidar (Light Detection and Ranging), strumento che permette di misurare distanza e concentrazione delle specie chimiche in atmosfera, Tsuda ha rilevato strati di sodio (Na), potassio (K), ferro (Fe) e calcio (Ca) a oltre 110 km da Terra. L'ipotesi è che le polveri metalliche siano rilasciate da comete e asteroidi.
La perfetta conoscenza della composizione dell'atmosfera è ovviamente fondamentale per l'umanità, anche per interpretare meglio le dinamiche del cambiamento climatico, ma i risultati del lavoro di Tsuda suggeriscono nuove chiavi di lettura anche per lo studio dell'atmosfera di altri pianeti.
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