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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

La radioattività della Foresta Rossa di Chernobyl

Una flotta di droni ha mappato la pineta nella zona di esclusione con un dettaglio non possibile per aeroplani ed elicotteri, evidenziando focolai di radioattività finora sconosciuti. La segnaletica, nella Foresta Rossa di Chernobyl. La  Foresta Rossa , una zona boschiva un tempo costituita da due chilometri di pini silvestri, comincia a soli 500 metri dall'ex complesso nucleare di Chernobyl.  Dopo il disastro del 1986 , fu una delle aree più colpite dalla ricaduta di materiale radioattivo causato dall'esplosione del reattore numero 4: molte piante cambiarono colore (diventarono arancioni) e morirono, e vaste aree del bosco sono ancora oggi del tutto interdette all'uomo. La lenta trasformazione di Chernobyl DALL'ALTO.  Ora questa parte della  zona di esclusione  (l'area nel raggio di 30 km dal sito) è stata sorvolata da una flotta di droni, che hanno misurato  i livelli di radioattività anche nelle aree di norma inaccessibili. La ricerca condotta

Come nascono i vulcani?

Alcuni vulcani si formano e sono alimentati da magma che risale dalla cosiddetta zona di transizione, tra il mantello terrestre superiore e quello profondo. Un nuovo studio identifica con precisione una inattesa fonte di magma dalle profondità della Terra. Non tutti i  vulcani  nascono allo stesso modo: dipende da come si forma e risale il  magma  che li genera. In un caso le  zolle della litosfera (la crosta e la parte superiore, solida, del mantello) si scontrano: nell'impatto, se una zolla va sotto l'altra (in  subduzione ) arriva a una profondità dove temperatura e pressione la fondono; il magma così prodotto è leggero, meno denso del materiale circostante, e risale dando origine a  vulcani esplosivi  (come il Vesuvio). In altre situazioni la litosfera si spezza e dà origine alle dorsali oceaniche: questa catena di eventi porta il magma dal mantello superficiale verso i fondali oceanici. Altre fonti di vulcani sono i  punti caldi , dove il magma, dal confine t

L'obesità avanza più rapidamente in campagna

La tendenza al sovrappeso cresce più velocemente nelle aree rurali di quanto non faccia in città, a differenza di quanto accadeva 35 anni fa. Lo rivela uno studio sugli indici di massa corporea, che invita a ripensare a quello che crediamo di sapere sullo stile di vita urbano. Esercizio fisico e corretta alimentazione: la ricetta per contrastare l'obesità, in città come in campagna. È più facile accumulare peso in eccesso nei contesti urbani, o nelle aree rurali? Se si pensa al contrasto un po' stereotipato tra città e campagna, si tende a optare per la prima risposta: a lungo abbiamo associato alle realtà metropolitane i cattivi stili di vita anticamera dell'obesità. Eppure, l'ultimo studio globale su come cambia l'indice di massa corporea ( BMI ) l'indicatore più comune dello stato di peso forma, racconta l'esatto contrario. Quanto distano le città da qualunque punto della Terra: le mappe In base alla ricerca pubblicata su  Nature ,

L'inattesa serie di violenti cicloni sull'Oceano Indiano

Le tempeste tropicali ad alta intensità sono legate alle temperature insolitamente elevate della superficie dell’Oceano Indiano: che cosa ha prodotto questa situazione? I primi mesi del 2019 sono stati un dramma per molti Paesi dell'Africa orientale, con numerosi e potenti cicloni che si sono abbattuti sulle regioni costiere: serie anomale, la cui spiegazione, molto complessa, comprende  anche  il riscaldamento globale del Pianeta. All'inizio di marzo di quest’anno il  ciclone tropicale Idai  ha colpito il Mozambico come mai a memoria d’uomo era successo: stime che non sono mai diventate definitive riportano di oltre 1.000 morti. Dopo Idai, il  ciclone Eline , ancor più violento, si è abbattuto sulle coste orientali dell’Africa senza incontrare grandi agglomerati urbani (e facendo perciò meno vittime). E ancora, il 25 aprile, il  ciclone Kenneth : un evento di  categoria 4  (in una scala che va da 1 a 5) si abbatte tra il Mozambico e la Tanzania: tocca ancora

Tifo, tubercolosi e altre "malattie medievali" colpiscono la California

Lo stato americano della California è alle prese con epidemie di malattie che credevamo confinate al terzo mondo. Ecco le cause del grave problema (e le possibili soluzioni). La crisi dei senzatetto in California ha spinto qualcuno a creare un manifesto-parodia della famosa scritta Hollywood, per denunciare l'esplosione del fenomeno homeless. Tifo, tubercolosi, epatiti. A leggere la storia epidemica di queste malattie, si scopre che ce le portiamo dietro da secoli e secoli. Flagelli che nel corso della storia hanno devastato intere popolazioni e che per un lungo periodo credevamo debellati o quantomeno "sotto controllo". Salvo poi accorgerci che non era così: il  tifo , per esempio, nel 2018 ha causato secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)   tra 128.000 e 161.000 morti (e tra 11 e 20 milioni di casi). E i dati dell’Oms riferiti alla  TBC  sono ancora più spaventosi: 1,6 milioni di morti solo nel 2017. Secondo gli osservatori, la diffusione

Ramadan: che cos'è e perché i musulmani devono osservarlo

È iniziato il Ramadan, periodo sacro per gli islamici, con radici antiche e rituali molto specifici: ecco le origini e le regole del Ramadan, e qualche curiosità. Una bambina sistema i piatti prima dell' iftar , il pasto che interrompe il digiuno quotidiano, nella Grande Moschea di Delhi, in India. Ramadan  è il nome del nono mese dell’anno nel  calendario lunare musulmano , nel quale, secondo la tradizione islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185).  È il mese sacro del  digiuno,  dedicato alla  preghiera , alla  meditazione  e all ’autodisciplina . Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso. Dal digiuno sono esentati i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza. Le donne durante il ciclo mestruale e chi è in viaggio so

Le buste biodegradabili ancora integre dopo 3 anni in mare

Uno studio britannico mette a confronto la velocità di degradazione di vari tipi di plastiche nel suolo, in acqua e all'aria aperta: nessuno dei sacchetti si è dimostrato eco-friendly in tutti e tre i contesti. Una borsa in plastica biodegradabile dopo tre anni in mare: scolorita, ma ancora capace di reggere il peso di una spesa. Per fare fronte al ben noto problema dei  sacchetti di plastica abbandonati nell'ambiente , da tempo in molti Paesi le normative hanno imposto  buste in bioplastiche , che dovrebbero avere un'impronta più lieve sugli ecosistemi. Uno studio  pubblicato su Environmental Science and Technology  dimostra invece che persino i sacchetti biodegradabili possono conservare una struttura pressoché intatta, e persino sopportare un carico di spesa, dopo tre anni di abbandono nella natura. Anche se nulla rimane nell'ambiente tanto a lungo quanto i  sacchetti in polietilene  - quelli che per noi sono le vecchie buste della spesa, che impi