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Charles Perrault e le sue fiabe

Chi era Charles Perrault? E perché le sue fiabe sono così importanti?

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Charles Perrault fu il primo a riscrivere le fiabe della tradizione folkloristica europea. Siamo tutti cresciuti ascoltando le sue favole, prima di addormentarci.
Tutti i Doodle su Charles Perrault
Charles Perrault, l'autore di Cappuccetto rosso, La bella addormentata e Cenerentola era nato 388 anni fa, il 12 gennaio 1628, e Google che oggi lo celebra con un doodle ha permesso a molti di ricordarlo e ad ancora più persone di scoprirlo. Ma chi era questo scrittore francese a cui dobbiamo la maggior parte delle fiabe più famose del mondo occidentale?

DAI CODICI ALLE FAVOLE. Perrault era nato a Parigi e prima di dedicarsi alla scrittura era un avvocato. Di famiglia ricca e altoborghese, studiò infatti nelle scuole migliori di Francia, si laureò in Legge, dedicandosi in seguito ai servizi statali. Fu anche grazie a lui che venne fondata l'Accademia delle Scienze di Francia.

La sua produzione letteraria non è stata particolarmente originale, ma è a lui che dobbiamo, ben 200 anni prima dei fratelli Grimm, la prima e più importante raccolta di fiabe in poesia e prosa tratte dalla tradizione orale europea.

Nel 1695, all'età di 67 anni, scrisse infatti la raccolta "Storie e racconti dei tempi passati, con la morale" (Histoires ou contes du temps passé, avec des moralitez), più note col titolo di "Racconti di Mamma Oca" (Contes de ma mère l'Oye). Si tratta di una serie di racconti morali progettati per indurre il lettore a riflettere sui dilemmi presentati ai protagonisti delle fiabe.

Le più famose sono La belle au bois dormant (La bella addormentata nel bosco), Le petit chaperon rouge (Capuccetto rosso), Le chat botté (il gatto con gli stivali), Cendrillon (Cenerentola), Le petit poucet(Pollicino), Peau d'asne (Pelle d'asino), Riquet à la houppe (Enrichetto dal ciuffo).
SUCCESSO E COPIE. Il libro ebbe un enorme successo e venne tradotto in tutta Europa, fondando il nuovo genere delle fiabe. I suoi racconti e alcune delle sue favole influenzarono le versioni tedesche scritte dai fratelli Grimm nel '800.

Un’ottocentesca Cappuccetto Rosso. Secondo alcune interpretazioni la mantella purpurea rappresenterebbe il sangue del menarca, cioè dell’ingresso nella pubertà, e il lupo sarebbe il maschio. Perrault, nella sua fiaba aveva reso più esplicitamente evidente che il "lupo" è un uomo intento a predare su ragazze giovani che vagano da soli nei boschi.
LIETO FINE? Non tutte le fiabe, così come le conosicamo, sono quelle "originali" di Perrault. Prendiamo per esempio Cappuccetto Rosso. La versione di Perrault finisce drammaticamente quando la bambina viene mangiata dal lupo. Senza cacciatori salvifici e tagli nella pancia del lupo. Ma con la morale lapidale: non fidarsi degli sconosciuti.

Anche la Bella addormentata è un mix tra l'originale di Perrault (che a sua volta si faceva a un racconto orale che risaliva al 14° Secolo) e la versione dei fratelli Grimm.

ADDOLCIRE LA PILLOLA. Le continue riscritture delle fiabe raccolte dalla tradizione, alle quali si adattarono Perrault e anche i Grimm, avevano lo scopo di addolcire i racconti per evitare coivolgimenti emotivi e cattivi esempi ai bambini della società borghese. Non però senza creare altre vittime: la figura della matrigna cattiva deriva dal fatto che i racconti originali di mamme naturali ostili verso i propri figli erano da censurare per la morale puritana. La colpa doveva essere delle seconde mogli.
LE REGOLE DEL GIOCO. Le fiabe, originali o rimaneggiate, hanno schemi fissi. Si differenziano dai miti per il fatto che questi servono di solito a impreziosire le origini di un popolo o di uno Stato, o a legittimare i princìpi etici delle religioni. Le fiabe, invece, non rientrano nella sfera istituzionale, ma restano nell’ambito dell’esperienza e della morale popolare.

Il filologo russo Vladimir Propp nel libro Morfologia della fiaba (1927) chiarì le loro comuni regole narrative. Per esempio, dopo un inizio di vita normale, l’equilibrio viene interrotto da un problema grave o un’ingiustizia, che coinvolge di solito una persona comune. Che diviene l’eroe della storia.

Per rimediare si mette in viaggio e incontra un personaggio potente o magico che prima lo mette alla prova, poi gli fornisce i mezzi e le informazioni per riuscire nell’impresa. L’eroe vittorioso (libera qualcuno, sconfigge il cattivo, recupera un oggetto particolare e così via) si rimette sulla via di casa. Ma il ritorno non è sempre tranquillo.

Giunto nei pressi della sua meta, scopre che ci sono degli usurpatori, quindi si presenta in incognito per poi svelarsi, sconfiggerli e ristabilire tutti gli equilibri. Queste regole, fatte le debite proporzioni, possono accomunare una semplice fiaba come Pollicino all’Odissea o a un film come I guerrieri della notte.
Charles Perrault scrisse anche la fiaba di Barbablù (ispirata alla vera storia di Gilles de Rais): la moglie di Barbablù, che ha aperto la porta della stanza dove il marito le aveva proibito di entrare, scopre i corpi delle sue precedenti mogli, da lui uccise.
FAVOLE CON TRAME SIMILI. Ci sono molte fiabe nate da tradizioni popolari diverse che hanno trame simili. Per esempio, Hansel e Gretel, Fratellino e Sorellina o Agnellino e Pesciolino (raccolte dai Grimm), Pollicino (da Perrault), Ninnillo e Nennella (dal napoletano Basile), Sorella Alionushka e Fratello Ivanushka (dal russo Alexander Afanasyev) o la ballata inglese Babies in the Wood, parlano sempre di bambini abbandonati nei boschi dai familiari.

Miracolosamente, i protagonisti se la cavano, tornano a casa spesso più ricchi di prima e aiutano la famiglia invece di fargliela pagare per i maltrattamenti e l’abbandono.

Il motivo, secondo l’analisi di Propp, è da ricercarsi in riti che si svolgono ancora oggi in alcune tribù dell’Africa, della Nuova Guinea o della foresta amazzonica. Lì, a portare nel bosco i giovani non sono i familiari di Pollicino o di Hansel e Gretel, ma fratelli maggiori e padri reali nelle cerimonie di iniziazione. Per sottoporli a prove dolorose e paurose per farne degli adulti.

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