L'anidride carbonica può spiegare i canali di Marte, ma non esclude l'ipotesi della Nasa sul ruolo dell'acqua liquida.
Questi canyon sarebbero stati scavati dalla fuoriuscita di anidride carbonica sotto forma di gas e non da acqua salmastra.
Sono trascorsi meno di tre mesi dal clamoroso annuncio della Nasa: c'è ancora acqua su Marte, e di tanto in tanto fuoriesce allo stato liquido e percorre e scava altre tracce sul bordo di vari crateri.
Adesso però una ricerca riportata da Nature Geoscience propone una spiegazione alternativa alle tracce d'acqua, senza chiamare in causa acqua che fuoriesce dal suolo marziano.
I canaloni sarebbero invece prodotti dallo sbrinamento di ghiaccio secco, ossia dall’anidride carbonica. I ricercatori, Francois Forget e Cedric Pilorget, dell’istituto di astrofisica spaziale dell'università di Parigi, vogliono però sottolineare che il loro studio non smentisce necessariamente quello della Nasa, in quanto la loro ricerca ha analizzato canaloni e tracce in aree diverse da quelle studiate dall’ente spaziale americano.
È dunque possibile che coesistano le due modalità di formazione.
LO DICE IL MODELLO. La ricerca francese inizia nel momento in cui è stata osservata la formazione di canaloni dove la temperatura marziana era troppo bassa perché l’acqua potesse fuoriuscire allo stato liquido, anche supponendo la presenza di sali (che abbassano la temperatura di congelamento).
I ricercatori allora hanno spostato l’attenzione su sottili strati di ghiaccio di anidride carbonica e hanno utilizzato dei modelli per verificare che cosa poteva succedere al ghiaccio secco se raggiungeva il punto di sublimazione ossia la temperatura in cui il solido diventa direttamente gas, senza passare dallo stato liquido.
L'elaborazione dei dati ha dimostrato che il ghiaccio secco si trasforma in un gas in grado di sfondare il suolo e produrre flussi di gas misti a detriti. Un fenomeno che sulla Terra non ha paragoni.
ALTRE CAUSE. «La sublimazione del ghiaccio secco, tuttavia, non può essere responsabile di tutti i calanchi presenti su Marte, ma in ambienti particolarmente freddi, dove i canaloni si formano anche durante periodi invernali, la CO2 deve essere la causa principale nella loro formazione», ha commentato Pilorget.
L'ipotesi della Nasa non viene dunque smentita, ma quello che è importante sottolineare è il fatto che non tutti i calanchi marziani sono da imputare alla fuoriuscita di acqua salmastra, e che forse neppure il ghiaccio secco può spiegare il fenomeno nella sua interezza. Come sostengono i ricercatori, «è infatti possibile che ci sia una terza e forse anche più spiegazioni per i canaloni marziani».
VEDI ANCHE
Commenti
Posta un commento