Passa ai contenuti principali

Flex, il satellite per le piante

Un satellite misurerà l'attività e lo stato di salute delle aree verdi della Terra.

esa-flex_concept
The Fluorescence Explorer (FLEX), ottava missione Esa nell'ambito del programma Earth Explorer, fornirà dati che comporranno l'indicatore dell'attività di fotosintesi. Le nuove informazioni miglioreranno la nostra comprensione sulla quantità di carbonio immagazzinata dalle piante e sul loro ruolo nei cicli del carbonio e dell'acqua.
Una delle prossime missioni dell'Esa è la messa in orbita di un satellite per monitorare lo stato di salute delle aree verdi della Terra. Il progetto Flex (Fluorescence Explorer, esploratore di fluorescenza) mapperà il grado di fluorescenza delle piante, ossia il debole chiarore di luce infrarossa emesso dalla clorofilla.

La conversione dell'anidride carbonica e dell'acqua in glucosio e ossigeno attraverso la fotosintesi è uno dei processi fondamentali per il nostro pianeta, e tenere sotto controllo la salute e lo stress a cui è sottoposta la vegetazione serve a comprendere meglio l'evoluzione del nostro ecosistema. I risultati saranno utilizzabili, tra l'altro, per migliorare l'agricoltura, diminuire l'uso di pesticidi, salvaguardare l'ambiente marino e le grandi foreste, combattere gli incendi, approfondire gli studi sul cambiamento climatico.
La fase preparatoria sarà sviluppata nei prossimi mesi, il lancio è invece previsto per il 2022. Flex orbiterà in tandem con uno dei satelliti Copernicus Sentinel-3, per ottimizzare i sistemi di rilevazione e misurazione.


La missione era stata proposta nel 2008 dall'Earth Science Advisory Committee ed è stata selezionata a novembre 2015 tra i 31 progetti inviati alla Call for Mission Opportunity dell'Esa.

È un risultato importante per la comunità scientifica italiana: il progetto Flex è sostenuto dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e vede la partecipazione di diverse imprese del nostro Paese: Tra gli altri, un gruppo di ricerca dell'Università di Bologna che ha partecipato all'attività preparatoria.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di