Qualche ipotesi, ma ancora nessuna luce sui segnali rilevati al Cern, non compatibili con il Modello Standard.
Dallo scontro di particelle, se ne formano altre: i fisici le "rilevano" grazie alle tracce di energia rilasciate. Recentemente un evento di questo genere ha prodotto un risultato anomalo, che fa molto discutere.
C’è fermento tra i fisici delle particelle da quando, tra giugno e novembre del 2015, al Large Hadron Collider (Lhc), nel corso di alcunieventi di collisione tra particelle, sono stati registrati segnali del tutto inaspettati, che potrebbe indicare l’esistenza di una o più particelle sconosciute.
Al momento la traccia di energia inattesa non è spiegabile con ilModello Standard, la base teorica della fisica delle particelle e delle energie del nostro Universo.
IL MISTERO DEI PUNTI NERI.L’evento ha scatenato una serie di scambi di idee con pochi precedenti tra i fisici di tutto il mondo. Un gruppo di ricercatori, tra i quali Adam Martin, fisico teorico dell’università di Notre Dame (Parigi), ha reso pubblica una riflessione su quanto osservato al Cern, illustrato dal grafico qui a fianco.
La serie di punti del grafico corrispondono ad altrettanti "eventi" registrati durante una sequenza di collisioni. La linea rossa rappresenta la posizione dove dovrebbero trovarsi i punti secondo il Modello Standard: alcuni sono invece molto distanti dalla linea di riferimento. «La più "emozionante" è alla posizione 750», commenta Martin, facendo riferimento ai valori sulla linea delle ascisse (orizzontale): «Un evento così strano che abbiamo dovuto fare un passo indietro con le nostre conoscenze e partire da zero per tentare una spiegazione. Stiamo cercando nell’ignoto: è una nuova particella? Sono forse addirittura due?»
Nel documento di Martin e colleghi si prendono in considerazione quattro possibili spiegazioni. Al momento la più interessante vuole che i fenomeni mettono in risalto l’esistenza di un bosone di Higgs più pesante di quello recentemente scoperto.
Un’ipotesi avanzata fin da subito, tuttavia - sottolinea il ricercatore - «non sono da escludere né spiegazioni più banale né che ci si trovi in prossimità di una profonda rivoluzione del nostro modello della fisica, che potrebbe aprire strade oggi impensabili».
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