Passa ai contenuti principali

Verdure spaziali: l'orto-serra della ISS

Veggie, l'orto della ISS, va avanti tra alti e bassi: la strada per coltivare pomodori su Marte è ancora tutta in salita.

veggie-scott-kelly
Domenica 27 dicembre l'astronauta Scott Kelly, che si trova a bordo della ISS, ha postato su Instagram la foto che vedete qui sotto, accompagnata da un messaggio come sua abitudine molto ironico: «Le nostre piante non sembrano passarsela troppo bene. Su Marte sarebbe un problema».


Le piantine fanno parte del progetto Veggie, che consiste nel coltivare verdure all'interno di una camera di crescita sigillata, illuminata da speciali luci led. L'obiettivo è di fornire cibo fresco agli astronauti impegnati in missioni di lunga durata, ad esempio su Marte.

VEGGIE NON FUNZIONA? In realtà il programma procede piuttosto bene. Con il secondo ciclo di test (i primi risalgono al 2014) gli astronauti a bordo della stazione orbitante sono riusciti a coltivare e mangiare lattuga romana fresca. Lo scatto di Kelly ritrae invece degli esemplari di Zinnia hybrida, una specie erbacea commestibile, il cui fiore è utilizzato principalmente per scopi ornamentali.


Si tratta della prima pianta da giardino nata sulla Stazione Spaziale Internazionale ed è solo una delle tante colture in fase di sperimentazione che faranno da apripista a un orto di pomodori, previsto nel 2017.

UNA STRADA IN SALITA. Dalla Nasa hanno fatto sapere che il cattivo stato di salute delle zinnie è da imputare al fatto che sono quasi al termine del loro ciclo biologico, lungo circa 60 giorni, un tempo superiore rispetto alla lattuga romana. Per arrivare al pomodoro spaziale, gli scienziati dovranno affrontare sfide di difficoltà crescente, dato che la crescita e la maturazione del frutto richiedono circa 90 giorni. I test dovranno inoltre dimostrare che la pianta è in grado di sopravvivere un ulteriore mese dopo la raccolta dei frutti.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

Impiantato un cuore artificiale che funziona come i treni a levitazione magnetica maglev

  Un uomo ha vissuto per 8 giorni con un cuore artificiale che pompa sangue sfruttando la levitazione magnetica: è andato tutto bene e presto ripeteremo l'operazione su un altro paziente.     Il cuore artificiale totale (TAH) in titanio prodotto dall’azienda BiVACOR. Lo scorso luglio  è stato trapiantato per la prima volta   un cuore artificiale in titanio che funziona con la stessa tecnologia che fa correre sulle rotaie i  maglev , i treni superveloci a levitazione magnetica . Il TAH (acronimo che viene dall'inglese  total artificial heart ) è stato impiantato in Texas in un paziente statunitense di 58 anni in attesa di un cuore umano, e  l'ha tenuto in vita per otto giorni senza dare alcun effetto collaterale , finché il paziente stesso non è stato sottoposto a trapianto. Cuore sospeso.  Il cuore artificiale, grande quanto un pugno, non è sottoposto ad usura meccanica:  l'unica parte che si muove, infatti, è un piccolo rotore interno c...

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ri...