Passa ai contenuti principali

Uno speciale sesto senso ci informa di un pericolo imminente

Scoperta nel cervello l'area che capta i pericoli: in 200 millisecondi riconosce un viso minaccioso. È un'eredità preistorica che funziona meglio nei soggetti più ansiosi.

con_h_00453031
È nei momenti più difficili che scopriamo di avere dentro di noi risorse insospettabili per affrontare le avversità e rialzarci in piedi. Ora un gruppo di ricercatori francesi è riuscito a dare una spiegazione scientifica alla forza che ci anima di fronte a un pericolo, scoprendo perché i nostri neuroni sembrano impegnarsi di più nella cattiva sorte che nella buona.

Il segreto sta in quella specie di molla che scatta quando ci troviamo davanti a una minaccia: un sesto senso collocato in un'area precisa del cervello, in grado di captare un'insidia in modo automatico e ultraveloce. Bastano infatti 200 millisecondi perché questa antenna si attivi. E avere un carattere ansioso può aumentare la capacità di reagire.

Sono queste le principali conclusioni del lavoro pubblicato su eLife, condotto dal team di Marwa El Zein dell'Inserm (Istituto francese di sanità e ricerca medica) e della Scuola Normale Superiore di Parigi.


Per la prima volta, una specifica area cerebrale viene collegata al senso del pericolo, e ciò che ha stupito ancora di più i ricercatori è l'avere osservato che, mentre nelle persone ansiose il segnale di allarme viene elaborato nella regione del cervello responsabile dell'azione, in soggetti più tranquilli viene processato dai circuiti deputati al riconoscimento facciale. E così, nella ricerca, è tracciato anche l'identikit del viso che viene percepito come minaccioso: ha l'espressione arrabbiata, e soprattutto guarda dritto verso di noi.

«In una folla sarete più sensibili a una faccia arrabbiata che sta guardando verso di voi - riassume El Zein - mentre presterete meno attenzione a un viso che, pur accigliato, sta volgendo lo sguardo altrove.»

| GIANFRANCO TRIPODO/CONTRASTO

L'équipe francese ha analizzato i segnali elettrici di un gruppo di volontari, mentre venivano mostrati loro visi modificati con strumenti digitali e veniva chiesto di definire l'emozione trasmessa da ogni volto. In alcuni casi l'espressione delle facce era la stessa, ma cambiava la direzione dello sguardo. In tutto sono state effettuate oltre mille test.

Durante l'esperimento gli scienziati hanno anche osservato che, se una persona mostra paura e guarda in una direzione particolare, questo suo sentimento viene percepito in modo più rapido rispetto a quanto accadrebbe se quella trasmessa fosse un'emozione positiva. Per spiegarlo i ricercatori chiamano in causa l'evoluzione: quando sul pianeta l'uomo viveva fianco a fianco con predatori che potevano attaccarlo, morderlo o pungerlo, riconoscere la paura su un'altra faccia poteva aiutare a individuare il pericolo prima e a mettersi in salvo. I secoli sono passati e le minacce sono cambiate, ma quell'istinto di sopravvivenza primordiale ha lasciato una traccia nel nostro cervello.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ri...

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano ...