Un po' di analisi scientifica della tradizione di Babbo Natale. Senza voler togliergli poesia, ma solo per augurarvi buone feste.
Le renne di Babbo Natale descritte dal poema A visit from St. Nicholas del 1823 hanno nomi prettamente maschili (Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner e Blitzen), due dei quali (Donner e Blitzen), derivano da parole di origine tedesca e significano rispettivamente “tuono” e “fulmine”. A questi si aggiunge la celebre Rudolph dal naso rosso, personaggio inventato dallo scrittore Robert L. May nel 1939. In realtà si tratta probabilmente di renne femmine o di castrati.
Secondo l’Alaska Department of Fish and Game, infatti, i maschi perdono le corna in inverno (mentre le femmine in primavera): nella rappresentazione popolare della slitta, però, le hanno.
IN FORMA PER LA CONSEGNA. Non è però impossibile che una renna maschio mantenga le corna fino a dicembre. Secondo Greg Finstad, che gestisce il programma di ricerca relativo alle renne presso la University of Alaska Fairbanks, potrebbe anche trattarsi di castrati. Per trainare la slitta sarebbero da preferire perché mantengono la loro condizione fisica ottimale: le renne non castrate, invece, reduci dalla stagione degli amori, sarebbero troppo magre e provate per trainare una slitta.
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