Secondo una curiosa ricerca, le persone con l'imprecazione sempre pronta hanno una padronanza di linguaggio maggiore di quello che si potrebbe pensare.
|Dire molte parolacce non fa solo bene alla salute: una ricerca condotta da due psicologi del Marist College, nello Stato di New York, suggerisce che un ampio repertorio di imprecazioni è indice di un vocabolario più ricco della media. Le conclusioni dello studio, pubblicate su Language Sciences, sono comunque da prendere con le pinze, soprattutto per il numero esiguo di persone coinvolte nei test.
IL PRIMO ESPERIMENTO. Gli psicologi Kristin Jay e Timothy Jay hanno riunito 43 individui (di cui 30 donne) di età compresa tra i 18 e i 22 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di snocciolare a ruota liberavolgarità e parole tabù nell'arco di 60 secondi, e poi di pronunciare in 1 minuto il maggior numero possibile di nomi di animali, per fornire una prima indicazione sulla ricchezza del proprio vocabolario. Per fare una più completa valutazione delle competenze linguistiche, i soggetti sono stati infine sottoposti a un test di fluenza verbale (FAS).
SECONDO ESPERIMENTO. Un campione di 49 persone (34 donne), sempre di età compresa tra i 18 e i 22 anni, ha eseguito un compito simile a quello del primo gruppo, scrivendo però su carta ingiurie e nomi di animali che iniziassero solo con la lettera A. Anche in questo caso gli esaminatori hanno assegnato dei punteggi mediante un test FAS.
UNA PAROLA(CCIA) TIRA L'ALTRA. La raccolta dei dati ha portato i ricercatori a concludere che le persone con la parolaccia sempre a portata di mano hanno più probabilità di avere un'elevata padronanza di linguaggio. «Un arsenale voluminoso di parole sconce», spiegano gli autori, «può essere considerato un indice positivo delle capacità verbali, più che un sintomo di povertà lessicale».
Lo studio ha anche evidenziato che non c'è sostanziale differenza tra i due sessi quando si tratta di sfornare improperi ed espressioni colorite: sia gli uomini che le donne se la cavano piuttosto bene.
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