Ricostruita la mappa della diffusione del virus in uno dei Paesi più duramente colpiti. Gli esperti dell'OMS discutono sulle prossime possibili pandemie.
Personale sanitario in una zona della Liberia ad alto rischio di contagio.
Mentre l'Africa occidentale tenta di mettere la parola "fine" sulla più grave epidemia di Ebola di sempre, gli epidemiologi sono ancora al lavoro per capire come la malattia si sia diffusa così a macchia d'olio.
In uno studio pubblicato su Cell Host & Microbe, un gruppo di ricercatori americani ha sfruttato il sequenziamento genomico dell'Ebola Makona, il ceppo guineiano di Zaire ebolavirus all'origine dell'epidemia scoppiata nel 2014, per mappare la progressiva diffusione del virus in Liberia, uno dei paesi più duramente colpiti dal contagio.
L'ORIGINE. L'analisi di 140 campioni del virus raccolti nel paese nell'arco di 11 mesi e di altri 782 campioni provenienti da tutta l'Africa occidentale rivela che, nonostante diversi episodi di introduzione del virus da Paesi confinanti (Guinea e Sierra Leone) nelle prime fasi del contagio, la maggior parte dei casi di Ebola in Liberia dipendono da una singola introduzione del virus avvenuta probabilmente a Monrovia, la capitale, tra maggio e giugno del 2014.
VIRUS PENDOLARE. Dopo quell'episodio, il virus si è rapidamente diffuso e diversificato all'interno dei confini della Liberia, muovendosigrazie ai molteplici fenomeni migratori all'interno del Paese. Questa seconda, potente ondata di contagi ha contribuito a rinfocolare l'infezione anche nella vicina Guinea. Lo studio evidenzia anche che, sorprendentemente, il virus non sembra essersi ulteriormente adattato all'uomo nel corso dell'epidemia (sull'origine della trasmissione del virus all'uomo leggi qui).
RESTARE VIGILI. La Liberia è stata dichiarata libera da Ebola il 3 settembre 2015 (ma proprio in queste ore sono stati documentati nuovi casi che riaprono la questione); la Sierra Leone il 7 novembre, mentre l'ultimo paziente con Ebola in Guinea è risultato due volte negativo al virus il 22 novembre. Ma intanto gli esperti dell'OMS guardano avanti, per capire quali possano essere le nuove minacce epidemiche e come non farsi cogliere impreparati come è avvenuto in Africa occidentale. L'8 e 9 dicembre, esperti di tutto il mondo si sono dati appuntamento a Ginevra, al quartier generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, per discutere su quale sarà la prossima pandemia.
Tra le possibili candidate figurano le infezioni da altri ceppi di Ebola non coperti da vaccini, così come quella da virus Marburg, anch'esso responsabile di febbre emorragica; sindromi respiratorie da coronavirus come la MERS e la SARS; nuovi ceppi di influenza aviaria o suina o malattie zoonotiche come quella da virus Nipah o Hendra, solo recentemente descritte.
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