Noccioli di oltre 2 milioni di anni fa sono stati ritrovati in scavi per un sito di costruzioni. Precedono di molto l'avvento dell'uomo, e dell'agricoltura.
Alberi di pesco in Cina: una presenza che predata quella dell'uomo.
Otto fossili di noccioli di pesca risalenti a 2,6 milioni di anni fa sono stati rinvenuti in un affioramento roccioso del tardo Pliocene, a Kunming, nella provincia cinese dello Yunnan. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Scientific Reports, che proverebbe che pesche selvatiche erano già presenti in Cina molto prima dell'avvento di Homo erectus e Homo sapiens.
TALI E QUALI. Gli endocarpi - il nome scientifico dei gusci - sono lunghi 3 cm e larghi 2, e simili in tutto e per tutto ai noccioli moderni: talmente antichi che i semi custoditi al loro interno sono stati sostituiti da ferro, e il loro involucro più esterno è ricristallizzato. Anche se non sono state rinvenute altre parti della pianta, l'antico frutto ha già un nome scientifico, Prunus kunmingensis.
IN AUTONOMIA. Lo studio conferma che varietà leggermente più piccole, ma altrettanto carnose di pesche selvatiche riuscirono ad evolversi per selezione naturale molto prima che l'uomo iniziasse a coltivarle (i primi fossili di pesche coltivate in Cina risalgono a 8000 anni fa).
UN AIUTO. L'ipotesi è che i mammiferi ghiotti di frutta, primati inclusi, abbiano contribuito a disperdere le pesche selvatiche, giocando un ruolo importante nella loro diffusione. «Queste pesche furono testimoni della colonizzazione umana della Cina» dice Peter Wilf, coautore dello studio. «Erano lì prima di noi, e nel corso della storia ci siamo adattati ad esse, ed esse a noi».
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