Passa ai contenuti principali

Un farmaco che allontana la vecchiaia?

Una molecola usata da anni contro il diabete sembra in grado di rallentare l'invecchiamento. Una sperimentazione partirà l'anno prossimo per capire se è davvero così.

corbis_ax075190
Un farmaco usato da milioni di diabetici in tutto il mondo potrebbe “curare”, oltre che l’eccesso di zuccheri nel sangue, niente meno che la vecchiaia! È una storia curiosa quella della metformina: da alcuni anni ci sono indizi che, al di là dello scopo ufficiale per cui è utilizzata da decenni, abbia un effetto anti-invecchiamento. E dopo le pressioni di alcuni gruppi di ricercatori interessati all’argomento, la FDA, l’organismo americano di controllo sui medicinali, ha autorizzato una sperimentazione sui pazienti che a partire dall’anno prossimo dovrà verificare se davvero la molecola funziona come sembra.
È la prima volta che un farmaco viene testato non contro una malattia specifica, ma contro l’invecchiamento
FIN DAL MEDIOEVO. La metformina è una molecola sul mercato da circa sessant’anni, versione sintetica di un estratto derivato dallaGalega officinalis che fin dal Medioevo è nota per le sue proprietà curative del diabete. Nel corso del tempo, però, sono stati notati alcuni suoi “effetti collaterali”. In particolare, i pazienti che assumono metformina, nonostante siano diabetici, e quindi a più alto rischio di malattie cardiovascolari e di tutte le patologie connesse all’obesità, sembrano avere - secondo uno studio recente - una mortalità inferiore non solo a quella dei diabetici che prendono altri farmaci, ma addirittura delle persone normali comparabili per età.
Secondo alcuni studi, la metformina diminuirebbe il rischio di cancro e addirittura di declino cognitivo
LUNGA VITA (PER VERMI E TOPI). Alcune ricerche sugli animali sembrano confermare che forse davvero "fa qualcosa" contro la vecchiaia. Per esempio, nei vermi C. elegans sembra in grado di rallentare l’invecchiamento, e secondo un altro studio i topi trattati con la metformina vivrebbero il 40 per cento più a lungo di quelli non trattati. Per quale meccanismo ciò avvenga - ammesso che le osservazioni vengano confermate - non è del tutto chiaro, anche se sembra che il suo effetto sia di inibire il consumo di ossigeno nei mitocondri, le centrali energetiche della cellula, in questo modo rallentando il metabolismo.


NON È L'UNICO. In realtà, tra i farmaci che hanno dimostrato un’azione anti-invecchiamento in studi su animali ci sono anche l’aspirina e la rapamicina, un farmaco antirigetto utilizzato dai trapiantati. Ma la metformina, essendo usata da moltissimo tempo e per la scarsità di effetti collaterali, è stata considerata il candidato ideale.

LA VECCHIAIA COME BERSAGLIO. Lo studio che testerà i suoi effetti si chiama TAME (Targeting Ageing with Metformin): a partire dal 2016, saranno reclutati 3mila volontari tra le persone anziane ad alto rischio di cancro, malattie cardiovascolari e Alzheimer. Metà di loro assumeranno la meformina, metà no. Nel corso dei sei anni successivi si vedrà quanti di loro sviluppano queste malattie tipicamente associate all’età, e anche se c’è un effetto in generale sulla longevità.


SCOPERTE CASUALI. Se così fosse, non sarebbe il primo dei farmaci utilizzati in origine per trattare una malattia, che si sono poi rivelati assai più utili per un disturbo diverso. Il sildenafil, il principio attivo del Viagra, era stato inizialmente sperimentato (senza successo) contro l’angina. Nella sperimentazione, però, si notò che aveva un effetto collaterale: aumentava il numero di erezioni. Un altro caso esemplare è quello del metilfenidato, nome comune Ritalin, farmaco oggi usato contro il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività: 50 anni fa era impiegato come antidepressivo e nel trattamento della narcolessia.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di