Passa ai contenuti principali

Essere felici non allunga la vita

E, viceversa, essere infelici non la accorcia: è quanto emerge da un ampio studio epidemiologico su un milione di donne inglesi.

corbis_42-21221050
Essere felici allunga la vita? O, per dirla in termini opposti ma equivalenti, la tristezza fa ammalare e morire prima? Tendiamo a pensare di sì, e diversi studi hanno in effetti fornito indizi a sostegno di questa ipotesi che, anche solo in base al buon senso, ci sembrerebbe ragionevole. Eppure, potrebbe essere solo una prospettiva falsata, un ragionamento in cui la causa viene scambiata con l’effetto.

Un’analisi ricavata da un'ampia indagine epidemiologica e pubblicata ora sulla rivista Lancet afferma senza mezze misure che, una volta considerati i possibili fattori di confondimento - per esempio il fatto che le persone malate di cancro o di cuore si definiscono tristi e hanno una mortalità tripla rispetto ai sani - l’effetto netto della felicità (o dell’infelicità) sulla durata della vita è praticamente nullo.

COME TI SENTI? I ricercatori, un gruppo di epidemiologi guidati da Bette Liu della University of New South Wales di Sidney, in Australia, hanno utilizzato i dati raccolti all’interno del Million Women Study, un’indagine che dal 1996 segue la salute di circa un milione di donnein Gran Bretagna, e registra la loro mortalità per diverse cause. In un questionario, nella prima fase dello studio, alle donne partecipanti è stato chiesto quanto si sentivano felici o stressate (quattro possibilità di risposta: “la maggior parte del tempo”, “di solito sì”, “qualche volta” o “mai/raramente”) e come stimavano la loro salute (da “eccellente” a “scadente”).

CAUSA ED EFFETTO. Le donne sono state seguite in media per dieci anni dopo avere risposto al questionario, e nel frattempo sono state registrate poco più di 48mila decessi nel gruppo. In confronto con quelle che avevano dichiarato di sentirsi quasi sempre felici, tra coloro che si erano definite infelici ci sono state in effetti delle morti in eccesso. Ma una volta che i ricercatori hanno tenuto conto e “aggiustato”, come si dice in termini tecnici, il dato in base alle risposte sulla salute, il presunto aumento di mortalità è scomparso completamente.

In altri termini, la mortalità più alta è stata tra chi era già in cattive condizioni di salute, che molto spesso si è detto anche infelice. Ed è proprio questa la chiave del ragionamento dei ricercatori: è la salute incerta a rendere depressi, e insieme a provocare un aumento della mortalità. Ma la tristezza di per sé non c’entra, anche se noi le attribuiamo un effetto diretto sulla salute.

Vista alla rovescia, i ricercatori non hanno trovato alcuna robusta evidenza che la felicità di per sé contribuisca a ridurre il rischio di malattie di cuore, cancro o morte. Una conclusione che è una brutta notizia per chi è felice, ma che almeno non aggiunge un ulteriore peso a chi invece ha già altri motivi per sentirsi giù di morale: la tristezza di per sé non fa ammalare.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di