Spiegata finalmente l'origine dei breakup aurorali, i bagliori improvvisi che "accendono" i colori, altrimenti tenui, delle aurore polari.
Esplosione di luci: lo spettacolo di un breakup aurorale.
Il loro spettacolo attira ogni anno i flash di turisti e fotografi, ma nessuno finora era riuscito a spiegare con chiarezza come si formassero i breakup (o rotture) aurorali, le improvvise esplosioni di colori che interrompono i tenui bagliori tipici di questi fenomeni atmosferici.
Ora le simulazioni di un supercomputer giapponese potrebbero aver risolto l'enigma. Questa la spiegazione fornita dai ricercatori delle Università di Kyoto e di Kyushu, e pubblicata sul Journal of Geophysical Research: le particelle calde cariche di vento solare (plasma) si radunano nello Spazio vicino alla Terra, appena sopra l'alta atmosfera delle regioni polari, dove le linee del campo magnetico terrestre si riconnettono.
PICCHI DI LUCE. Le particelle iniziano così ad accelerare e a girare vorticosamente, generando una scarica di elettricità improvvisa proprio sopra alle regioni polari. Questo sbalzo di corrente dà origine ai cosiddetti surge, gli sprazzi di luminosità improvvisi tipici delle sottotempeste aurorali (cioè di quei cambiamenti repentini nella forma e nel moto dell'aurora).
UN PASSO IN AVANTI. Che il vento solare, avvicinandosi alle linee del campo magnetico terrestre, innescasse un cambiamento su di esse era un fatto noto sin dagli anni '70, ma non bastava a spiegare l'origine dei breakup aurorali. Altre teorie avevano spiegato parti separate dell'intero processo - come l'accelerazione del plasma causata dalle linee di riconnessione magnetica - ma ancora mancava un quadro di insieme. Lo studio potrebbe servire ad alleggerire le conseguenze dannose che talvolta i breakup aurorali hanno su satelliti e reti elettriche.
In questo video postato da INAF, si vede con chiarezza il momento di "rottura", in cui il tenue spettacolo dell'aurora si trasforma in un'esplosione di luce (dal minuto 0:21).
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