Passa ai contenuti principali

Riscaldamento globale e livello dei mari: quale futuro per la Penisola?

Cambiamenti climatici e deriva dei continenti: l'impatto sul Mediterraneo e sul nostro Paese in uno studio dell'Enea.

07-10-07_1623
L'Italia deve fare i conti con l'innalzamento del livello del mare sia per cause ambientali sia per motivi geologici.
Secondo l'Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove energie, il cambiamento climatico potrebbe avere sul nostro Paese ripercussioni evidenti. Per le caratteristiche geografiche e per conformazione geologica, l’Italia è infatti più esposta di altre zone alle conseguenze dell’aumento delle temperature globali, con il rischio per alcune regioni - in particolare per il Sud - di diventare già in questo secolo sempre più simili al nord Africa, oltre che di vedere sommerse dal mare aree costiere particolarmente vulnerabili.

Dallo studio dell'Enea: clicca sull'immagine per ingrandirla.
33 AREE IN PERICOLO.L’Enea ha individuato 33 aree a rischio riportate nella mappa qui a fianco (cliccate sull'immagine per ingrandirla). Nei quadrati gialli in corrispondenza delle località identificate dallo studio, due numeri indicano in millimetri di quanto potrebbe alzarsi il livello del mare in base a due scenari, uno di minore e uno di maggiore gravità.

Spiega Fabrizio Antonioli, dell’Enea, tra i ricercatori che hanno lavorato al progetto coordinato da Gianmaria Sannino: «Va sottolineato che l’innalzamento marino non è dovuto unicamente allo scioglimento dei grandi ghiacciai del pianeta, ma anche ai movimenti geologici che l’Italia sta subendo». La nostra penisola, infatti, è sottoposta alla pressione dell’Africa verso nord-est, e ciò porta alcune aree a innalzarsi e altre ad abbassarsi: un fenomeno che non ha nulla a che fare con i cambiamenti climatici ma che in molte zone "lavora" sugli stessi effetti, aggravandoli.

Secondo la stessa ricerca il clima del sud Italia sarà sempre più simile a quello del nord Africa, con estati e inverni più aridi e secchi e una crescente carenza di acqua, che porterà al progressivo inaridimento dei suoli, con ripercussioni su agricoltura, attività industriali e salute umana. La ricerca suggerisce anche che l’Italia sarà soggetta a un maggior numero di eventi estremi: alluvioni nella stagione invernale, periodi prolungati di siccità, incendi, ondate di calore e scarsità di risorse idriche nei mesi estivi. Lo stesso scenario si prevede per Spagna meridionale, Grecia e Turchia.


IL MEDITERRANEO SI SPOSTA. Se per il nostro Sud si prevede un clima nordafricano, per il nord Europa si prospetta un clima mediterraneo: Europa nord-occidentale, Gran Bretagna e Scandinavia dovranno fare i conti con estati molto secche e inverni più piovosi rispetto alla norma. Anche i Balcani settentrionali e la parte sud-occidentale di Russia, Ucraina e Kazakistan avranno un clima sempre più mite caratterizzato da un aumento delle temperature invernali, che potrebbe estendersi fino ad alcune regioni del Nord America.

Tutti cambiamenti per i quali è difficile oggi prevedere le conseguenze: saranno certo serie per l'uomo, ma molto gravi per flora e fauna, che hanno bisogno di tempi geologici per adattarsi ai cambiamenti.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record