Abbiamo parlato con chi lotta contro il tempo per salvare i tesori artistici e archeologici dalla minaccia del terrorismo, delle guerre e dei disastri naturali. E abbiamo scoperto come, con le nuove tecnologie, sottrarremo siti e monumenti di valore inestimabile all'oblio.
I blocchi granitici del Monumento nazionale del Monte Rushmore nella versione reale - a sinistra - e nella copia digitale realizzata da CyArk, nelle varie fasi di lavorazione.
Vocazione: archeologo. Professione: ingegnere, fisico, matematico, architetto. Dimenticatevi le gesta atletiche di Indiana Jones. Nell'era dell'ISIS e della realtà virtuale, la conservazione dei patrimoni storici e artistici passa per il web. È per lo più digitale, e si avvale di tecnologie all'avanguardia prese in prestito da altri settori.
È un ingegnere Ben Kacyra, statunitense di origini irachene e fondatore di CyArk, un'organizzazione no-profit americana impegnata nella tutela digitale dei beni archeologici. Inventore del primo laser a scansione 3D portatile, ha lavorato per anni in ambito civile-commerciale.
SVANITI NEL NULLA. Poi, l'illuminazione: «Circa dieci anni fa, gli splendidi Buddha di Bamiyan, in Afghanistan, furono saltare in aria dai talebani» racconta in un TED talk, che potete vedere qui sotto.«Sparirono in un attimo. Sfortunatamente, non esisteva alcuna documentazione dettagliata su questi Buddha. Rimasi profondamente devastato, e non riuscivo a smettere di interrogarmi sul destino dei miei vecchi amici, i tori alati, e su quello dei moltissimi siti artistici di tutto il mondo».
CONTRO L'OBLIO. Dalle ceneri dei Buddha e da quelle dalle città iraniana di Bam, rasa al suolo da un terremoto nel 2003, è nata CyArk(dalle prime sillabe di "archivio" e "cibernetico"), un'arca digitale per la tutela dei beni storici da terrorismo, incendi, terremoti, alluvioni, incuria, erosione.
LA TECNOLOGIA. Lo strumento del mestiere degli archeologi che ne fanno parte è uno scanner portatile grande come un ferro da stiro, che inonda di luce laser le superfici dei monumenti da memorizzare, misurando milioni di punti al secondo e restituendo una "nuvola" di dati con un'accuratezza al millimetro, in cui i colori rappresentano l'intensità del riflesso superficiale.
CONTORNO E COLORE. I singoli punti sono poi uniti, grazie ad appositi software, per formare un reticolo che disegni il profilo 3D del sito in questione. Il modello tridimensionale ottenuto viene quindi colorato utilizzando reali fotografie di quello stesso reperto: il risultato è una copia digitale estremamente realistica, una sorta di fotografia in tre dimensioni (come quella che potete esplorare qui sotto dell'osservatorio astronomico maya di El Caracol, a Chichén Itzá, Messico. Utilizzate il mouse per muovervi nell'animazione).
LA SFIDA. «Otteniamo tracciati di alta qualità ingegneristica – spiega Elizabeth Lee, vicepresidente del progetto – più che sulla quantità, lavoriamo sulla qualità e sulla accuratezza dei dati. Le nostre mappe analizzano la complessità strutturale dei luoghi. Due anni fa abbiamo lanciato una sfida, CyArk500. L'intento è di scannerizzare 500 siti in 5 anni: per ora, abbiamo completato il 20% dei siti decisi, come Babilonia, il Titanic, il Monte Rushmore e la Torre di Pisa».
RISCHIOSO. La raccolta dati sul posto - non priva di pericoli, soprattutto nelle aree "calde" del Medio Oriente, è affidata ai membri di musei, università, archeologi, ricercatori e istituzioni locali. C'è poi un esercito di volontari che lavora all'elaborazione dei dati, da cui si ricavano vere e proprie copie digitali dei siti: mappe ultradettagliate da esplorare, ruotare, modificare, senza il rischio di danneggiare la copia reale.
115 terabyte: il volume di dati raccolto finora. L'equivalente di 27.000 filmati ad alta definizione
CyArk non è l'unico grande progetto che caratterizzerà il 2016. I più importanti ve li raccontiamo nel numero 279 di Focus.
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NON È LA STESSA COSA. MA... Non si pretende certo che le copie virtuali valgano quanto l'originale. Ma questi scenari 3D possono essere usati per stampare in 3D eventuali parti da ricostruire. E «anche se non si ricostruisce - conclude Lee - i dati sono importanti. Delle sette meraviglie del mondo antico ne è rimasta solo una (la Piramide di Cheope in Egitto), e quello che sappiamo delle altre lo dobbiamo a disegni e scritti: la nostra è solo un’altra via per documentare l'importanza di questi luoghi».
Qui sotto, un esempio dei tour virtuali resi possibili dalle scansioni laser 3D.
Un pellegrinaggio nel monastero armeno di Gerghard, tra gli ultimi luoghi mappati per il progetto CyArk 500.
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