Costruito sul modello dell'uomo, si muove con grande libertà e può valutare situazioni critiche.
Valkyrie, il robot della Nasa.
La Nasa lo ha tenuto segreto per più di una anno, da quando cioè, durante il Darpa Robotics Challenge dell’anno scorso, disse che stava lavorando al progetto di un robot umanoide, insieme a prestigiose università Usa, ma senza svelarne le caratteristiche. Ora eccolo: è R5 (Valkyrie per gli amici), alto un metro e 90, 125 kg, autonomia assicurata dallo zaino battery-pack.
AL POSTO DI CHI? Valkyrie parteciperà alla prossima edizione della sfida tra robot - il Darpa - con prove impegnative, come il camminare su terreni irregolari, salire una scala, utilizzare attrezzi e guidare un’auto: ecco perché è stato progettato con dimensioni e fattezze umane. L’obiettivo ultimo di questi oggetti ad altissima tecnologia è insomma quello di sostituire l’uomo là dove è necessario, in zone o condizioni di estremo pericolo e in ambienti estremi.
IMMORTALE. R5 muove quasi liberamente braccia, mani, polsi e dita (quattro per mano). La testa può essere inclinata e ruotata, così come la vita, e le gambe articolano sei movimenti. Il sistema è alimentato da una batteria che ha circa un'ora di autonomia: decisamente poco, ma in compenso può essere sostituita in pochi minuti da una sola persona. In effetti, qualunque arto può essere sostituito facilmente e in pochi minuti, così che qualunque "appendice" sia necessaria o qualunque cosa accada, Valkyrie è pronto e integro al volo.
FRATELLO DI ROBONAUT. Per il progetto, la Nasa ha sfruttato a fondo conoscenze ed esperienze collezionate con Robonaut, un robot oggi sulla stazione spaziale per una serie di esperimenti e per il quale si prevedono attività extraveicolari di supporto all'equipaggio. Valkyrie, però, è molto più sofisticato di Robonaut perché deve "ragionare", ossia essere in grado di valutare scelte in situazioni critiche.
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