Le origini della più tradizionale festa americana... e la storia del tacchino, dagli Atzechi all'industria del giorno del ringraziamento.
Un particolare di Freedom from Want o The Thanksgiving Picture (libertà dal bisogno o l'immagine del Ringraziamento) di Norman Rockwell.
Il giorno del Ringraziamento, o Thanksgiving Day, è una festa celebrata negli Stati Uniti ogni quarto giovedì di novembre e in Canada ogni secondo lunedì di ottobre. Dunque il 26 novembre di quest'anno negli Usa si festeggia il giorno del Ringraziamento. Il 394esimo, per la precisione.
Il primo giorno del Ringraziamento viene comunemente fatto risalire al1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare il Signore del buon raccolto.
Nel 1863, nel bel mezzo della guerra di secessione, Abramo Lincolnproclamò la celebrazione del giorno del Ringraziamento, che da quel momento diventò una festa annuale e perse gradualmente il suo contenuto cristiano. Oggi rappresenta una delle feste più importanti per i nordamericani.
A TAVOLA. In Europa la celebrazione è conosciuta grazie ai film e telefilm di importazione in cui viene rappresentata spesso come l'occasione di riunirsi attorno al famoso tacchino per ringraziare (Dio, la vita, gli amici, i parenti) per ciò che si ha. La tradizione vuole che la cena venga sempre organizzata a casa, mai al ristorante, con familiari e amici.
Il tacchino, che in ogni famiglia viene cucinato secondo la propriaricetta "segreta", è accompagnato da salsa gravy, puré di patate, patate dolci, salsa di mirtilli, verdure e torta di zucca.
TACCHINO STORY. La storia dei tacchini risale al popolo degliAztechi, nelle Americhe appena conquistate, che li offrirono in dono agli spagnoli che li importarono in Europa. In breve tempo la sua presenza divenne così consueta da far dimenticare a tutti la sua provenienza. Ironicamente, l’americanissimo tacchino è stato poi “reimportato” più di un secolo dopo sulle coste del Massachusetts dai Padri Pellegrini del Mayflower che hanno dato inizio al suo consumo intensivo.
TACCHINO STORY. La storia dei tacchini risale al popolo degliAztechi, nelle Americhe appena conquistate, che li offrirono in dono agli spagnoli che li importarono in Europa. In breve tempo la sua presenza divenne così consueta da far dimenticare a tutti la sua provenienza. Ironicamente, l’americanissimo tacchino è stato poi “reimportato” più di un secolo dopo sulle coste del Massachusetts dai Padri Pellegrini del Mayflower che hanno dato inizio al suo consumo intensivo.
E oggi, anche nell'aspetto, i 45 milioni di tacchini che vengono serviti sulle tavole statunitensi il quarto giovedì di novembre sono sololontani parenti di quelli assaggiati dai conquistadores.
In Usa come in Europa questi volatili sono stati trasformati inmacchine da carne, che razzolano in capannoni chiusi e disinfettati, accuditi da uomini rinchiusi in abiti sterilizzati. Gli allevatori vivono infatti nella costante preoccupazione che malattie e batteri danneggino le loro creature. Anche per questo i volatili non vedono mai la luce del giorno.
In Usa come in Europa questi volatili sono stati trasformati inmacchine da carne, che razzolano in capannoni chiusi e disinfettati, accuditi da uomini rinchiusi in abiti sterilizzati. Gli allevatori vivono infatti nella costante preoccupazione che malattie e batteri danneggino le loro creature. Anche per questo i volatili non vedono mai la luce del giorno.
UN POSTO AL SOLE. Le femmine fattrici, fecondate artificialmente con il seme prelevato ai maschi da personale specializzato, vivono anzi sotto un perenne sole artificiale, con lo scopo di aumentare la produttività. Una volta inseminate produrranno così fino a 80-100 uova in 25 settimane, prima di essere macellate.
Alla schiusa, ai pulcini viene tagliata la punta del becco, per impedire che si feriscano tra loro; poi vengono avviati all’ingrasso. Le femmine devono raggiungere il peso forma di 8 kg (lo fanno in circa 5 mesi), i maschi invece arrivano fino a 18 kg, ma impiegano un mese in più. Poi avviene la macellazione.
Commenti
Posta un commento