Da vettori dell'infezione a baluardo di difesa: le zanzare ingegnerizzate per resistere al contagio sono ora in grado di trasmettere sempre (o quasi) questo tratto alla prole. Il che è una buona notizia per la lotta alla malaria.
Una zanzara Anopheles stephensi, vettore della malaria in India.
Se ne parla da alcuni anni, ma ora la prospettiva di zanzare resistenti al plasmodio della malaria è più vicina a diventare realtà. Zanzare Ogm capaci di trasmettere la resistenza all'infezione alla quasi totalità (99%) della prole sono state infatti ottenute da un gruppo di ricercatori americani che da 30 anni lavorava al progetto.
Il risultato è stato sfruttando le tecniche di "gene drive" (che inducono il declino di una specie dannosa agendo direttamente sui suoi geni) in combinazione alla tecnica di editing del genoma CRISPR-Cas9, una "forbice molecolare" che permette di agire con precisione in un punto del DNA e sostituirne un tratto. Ma al di là dei tecnicismi, perché è una bella notizia?
SUCCESSO A METÀ. Gli esseri umani contraggono la malaria da zanzare che veicolano parassiti del genere Plasmodium. Studi precedenti avevano mostrato come gli insetti potessero essere geneticamente modificati per risultare inattaccabili dal Plasmodium falciparum, ma questo "dono" si trasmetteva, come solitamente accade, soltanto a metà della prole. Mancava la garanzia che lo "scudo" anti plasmodi si diffondesse alla totalità delle generazioni successive.
STRANIERE. Per risolvere il problema i ricercatori dell'Università della California, Irvine, hanno lavorato su zanzare della specie Anopheles stephensi, vettori della malaria in India. La scelta non è stata casuale: se un insetto fosse sfuggito dal laboratorio, non avrebbe trovato, negli USA, zanzare della stessa specie con cui accoppiarsi. Si è così scongiurato uno dei rischi del controverso campo di studi: quello di diffondere la mutazione in maniera incontrollata, a possibile discapito di altre specie.
ISPIRAZIONE. Anthony James, biologo molecolare e primo autore dello studio pubblicato su PNAS, ha risolto il problema della trasmissione generazionale grazie al lavoro di alcuni colleghi sui moscerini della frutta: a gennaio, Ethan Bier e Valentino Gantz dell'Università della California, San Diego, erano riusciti a indurre una specifica mutazione genetica nelle drosofile, e a far sì che queste la trasmettessero interamente alla propria discendenza, usando la CRISPR–Cas9 per inserire, nelle cellule destinate alla riproduzione, il "pacchetto" di geni responsabile della mutazione desiderata.
PRUDENZA. James ha fatto altrettanto sulle zanzare: e in questo modo è riuscito ad aggirare l'ostacolo naturale per il quale ciascuna delle due versioni di ogni genere ha il 50% di possibilità di essere trasmessa alla generazione successiva. Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla malaria, che mette a rischio la vita di 3,2 miliardi di persone nel mondo, quasi il 50% della popolazione del Pianeta. Prima che le zanzare Ogm siano però liberate, occorrerà studiare gli effetti a lungo termine della mutazione.
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