Passa ai contenuti principali

Phobos è segnato dalle forze di marea prodotte da Marte

La tensione delle forze mareali segna la superficie del più grande dei satelliti di Marte, che orbita ad appena 6.000 km dalla superficie del Pianeta Rosso.

phobosincolor_pia10369
Immagine a colori di Phobos con in basso a destra il cratere da impatto Stickney. Sono evidenti le striature che si pensava fossero fratture provocare dall’impatto che ha formato il cratere. Un nuovo studio indica invece che potrebbero essere prodotte dalle forze di marea indotte da Marte.
Marte ha due piccoli satelliti, scoperti dall'astronomo americano Asaph Hall nel 1877. Di forma irregolare e allungata, sono Deimos(che in greco significa "terrore") e Phobos ("paura"), dal nome dei dueattendenti di Marte: "Egli ordina al Terrore e alla Paura di preparare i loro destrieri. E lui stesso riveste l'armatura scintillante" (Iliade, XV).

CATTURATI DA MARTE? Phobos è un corpo dai contorni irregolari e misura appena 13,5 x 10,8 x 9,4 km. Orbita attorno a Marte a circa 6.000 km dalla superficie con un periodo di 7 ore e 39 minuti, che è anche il periodo di rotazione attorno al proprio asse. Come nel caso della Luna e della stragrande maggioranza degli altri satelliti, infatti, rotazione e rivoluzione si sono sincronizzate nel tempo (è il motivo per cui i satelliti rivolgono sempre la stessa faccia al pianeta). La superficie di Phobos è molto scura,  ha una riflettività (albedo) di appena il 6% ed è costellata di crateri da impatto.

Qui sotto, un breve filmato ottenute combinando le immagini di Phobos riprese dalla sonda europea Mars Express, che dal dicembre 2003 studia il Pianeta Rosso.


Deimos ha la forma di un uovo, con dimensioni di 7,5 x 6,1 x 5,5 km. Il suo periodo di rotazione, pari a quello di rivoluzione, è di 30 ore e 18 minuti, mentre la distanza media da Marte è di circa 20.000 km. Come Phobos, anche la superficie di Deimos è segnata da crateri da impatto.

I due satelliti sono simili per composizione chimica e densità (meno di 2 g/cm cubo) agli asteroidi di tipo C (carboniosi), ed è possibile che si tratti di oggetti catturati in tempi remoti dal campo gravitazionale di Marte.

LUNA TORMENTATA. Phobos è caratterizzato da una raggiera di lunghe scanalature poco profonde che si diramano da un grande cratere da impatto Stickney (in foto). Sino a poco tempo fa si pensava che le “crepe” fossero il segno delle fratture prodotte nella struttura di Phobos dall’impatto che ha generato Stickney, ma i risultati di un nuovo studio indicano che con molta probabilità si tratta dei primi segni di cedimento strutturale del satellite, dovuto dalle forze mareali indotte dal campo gravitazionale di Marte, che alla fine distruggerà questa piccola luna.

Phobos è il satellite più vicino al suo pianeta rispetto a qualsiasi altra luna del Sistema Solare e la sua distanza da Marte diminuisce di circa 2 metri ogni secolo e in un periodo compreso tra 30 e 50 milioni di anni lo stress indotto dalle forze di marea causeranno la sua completa distruzione.

Un primo piano del cratere da impatto Stickney ripreso dalla sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) nel 2008. Il piccolo cratere all'interno di Stickney, denominato Limtoc, ha un diametro di circa 2 km. | NASA/JPL-CALTECH/UNIVERSITY OF ARIZONA

L'ABBRACCIO MORTALE. «Crediamo che Phobos abbia già iniziato acedere», spiega Terry Hurford del Goddard Space Flight Center (GSFC) della NASA, «e i solchi sono il primo segno di questo cedimento. Inizialmente si riteneva che le scanalature fossero state prodotte in seguito all'impatto che generò il cratere Stickney - una collisione talmente potente che ha quasi distrutto Phobos. Tuttavia analisi più approfondite hanno rivelato che i solchi sono centrati su un punto focale vicino ma esterno rispetto al cratere.»

Un altro scenario proposto in passato è che le scanalature fossero il risultato di numerosi impatti minori da parte di materiale espulso da Marte. Tuttavia, secondo le simulazioni eseguite da Hurford e dal suo team, l'unica spiegazione plausibile è che i solchi siano stati originati dalla deformazione di Phobos provocata dalle forze mareali esercitate da Marte.


Quando le sonde Viking trasmisero le prime immagini ravvicinate di Phobos si pensava che questa piccola luna fosse un corpo solido, dal nucleo fino alla superficie. Ora, nuove teorie suggeriscono invece che l'interno di Phobos possa essere molto meno compatto e coeso, avvolto da uno strato di regolite (materiale polveroso che ricopre molti corpi celesti privi di atmosfera) spesso circa 100 metri.

Nonostante le forze mareali di Marte attualmente non dovrebbero ancora essere sufficienti a generare solchi come quelli osservati, si pensa che il comportamento dello strato più esterno possa amplificare lo stress. Il cuore “molle”, infatti, sarebbe facilmente sensibile alle forze mareali marziane, mutando forma e costringendo così lo strato esterno ad adattarsi. Questo, poi, si comporterebbe elasticamente, accumulando stress con un conseguente collasso strutturale.


I modelli messi a punto per simulare gli stress mareali di Marte sulla struttura interna di Phobos sono riusciti a produrre solchi molto simili a quelli osservati sulla superficie della piccola luna.

Ad un destino simile potrebbe essere candidato Tritone, il più grande dei 14 satelliti di Nettuno, che sta lentamente ricadendo verso il pianeta gigante e presenta già una superficie costellata di fratture.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ri...

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano ...