Un nuovo materiale liquido può fare la differenza nel contenimento dei gas serra.
La struttura del nuovo liquido è studiata per lasciare spazi vuoti tra le molecole, con lo scopo di assorbire gas. Vedi anche: le nanotecnologie su Focus.it.
Può un liquido essere poroso? Avere cioè con una struttura che al suo interno presenta dei buchi? Da oggi sì: questo rivoluzionario materiale è stato recentemente messo a punto dai ricercatori della Queen's University di Belfast (Irlanda del Nord) e rappresenta un punto di svolta nelle tecnologie per la lotta all’inquinamento.
Che cos’è un liquido poroso? A che cosa può servire?
NANOBUCHI AD ALTA TECNOLOGIA. Dal punto di vista pratico, il nuovo materiale è esattamente ciò che il suo nome suggerisce, cioè un liquido che al suo interno presenta dei fori. Ma a differenza dei materiali porosi solidi, per esempio la pomice, questa sostanza è porosa a livello molecolare. Alla vista si presenta cioè come un liquido convenzionale, ma tra una molecola e l’altra vi sono spazi vuoti in scala nanometrica.
I materiali porosi sono molto utilizzati nell’industria: leggeri e flessibili, sono i componenti di svariati prodotti, dalle plastiche ai combustibili. Ma fino a oggi esistevano solo in forma solida.
MOLECOLE SU MISURA. I ricercatori della Queen University hanno progettato questo liquido partendo da zero, disegnando la forma delle molecole in modo tale che rimanessero spazi vuoti tra una e l’altra. Questo nuovo materiale può catturare i gas, intrappolandoli negli spazi vuoti, con un'efficienza molto maggiore rispetto a qualunque altra sostanza nota.
FILTRI LIQUIDI. L’obiettivo è quello di utilizzare il nuovo materiale per costruire filtri di nuova generazione in grado di assorbire la CO2 prodotta dagli impianti di combustione o dai motori a scoppio, così che non si disperda nell’atmosfera.
Lo sviluppo del liquido poroso ha richiesto tre anni di lavoro e ne serviranno altrettanti per vedere le prime applicazioni concrete di questa nuova tecnologia.
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