Passa ai contenuti principali

Tre canzoni che parlano di scienza

Arte e scienza non sono mondi separati: ecco tre grandi successi musicali che raccontano suggestioni di fisica, chimica e astronomia.

pink-floyd
Allestimento di scena in un concerto di Roger Waters che richiama la copertina di The Dark Side Of The Moon (Pink Floyd).
FLORENCE & THE MACHINE: STRANGENESS & CHARME
Stranezza e fascino. Avreste mai pensato che queste due parole potessero avere a che fare con la fisica delle particelle? «L'idrogeno nelle nostre vene», è così che la cantante inglese Florence Welch dà l'incipit al brano, parlando di elementi, atomi, intrecciando chimica e fisica fino ad arrivare a loro, strange e charme, due quark, ossia l'unità elementare della materia, al di sotto dei quali, a oggi, non si può esplorare.




FABRIZIO DE ANDRÈ: UN CHIMICO
«Da chimico un giorno io avevo il potere di sposar gli elementi e di farli reagire», quale modo più poetico di raccontare la chimica se non con dei versi ispirati all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters? De Andrè racconta 9 storie ispirate alla raccolta di poesie dello scrittore statunitense in uno dei suoi più grandi capolavori, Non al denaro non all'amore né al cielo, in cui chimica, medicina e ottica, sono il fulcro della vita dei protagonisti.



PINK FLOYD: ECLIPSE
Non può mancare l'astronomia nelle musiche psichedeliche dei Pink Floyd. Eclipse è la traccia conclusiva di The Dark Side Of The Moon, forse l'album di maggiore successo del gruppo inglese. «In realtà non c'è nessun lato oscuro della Luna. Di fatto è tutta scura. L'unica cosa che la fa sembrare luminosa è il Sole»: questi gli ultimi versi di una raccolta che ha segnato la storia della musica. Del resto, con un titolo del genere e una copertina che voleva rappresentare la dispersione cromatica della luce, le citazioni scientifiche erano inevitabili.


Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di