Nel passato della Terra un "look" nei toni caldi dell'arancio, dovuto alla massiccia presenza di metano in atmosfera. Lo stesso colore potrebbe essere usato per trovare esopianeti abitabili.
Il nostro Pianeta avvolto da un'insolita luce arancione: un rendering per soddisfare la vostra immaginazione.
Il "pallido puntino azzurro" caro all'astronomo Carl Sagan era più simile, 2,5 miliardi di anni fa, a una biglia arancione. Nell'era Archeana, il nostro pianeta brillava di un bagliore aranciato dato dal metano prodotto dai processi biologici in atto su di esso. Con l'aumentare dell'ossigeno in atmosfera, l'arancio sarebbe stato gradualmente sostituito dal blu.
È la conclusione di uno studio dell'università di Washington presentato al meeting annuale dell'American Astronomical Society's Division for Planetary Sciences.
CACCIA ALL'ARANCIONE. All'epoca, le molecole di metano presenti in atmosfera, demolite dalla luce solare, dovevano dare origine a complessi idrocarburi che a loro volta formavano una nebbiolina arancione attorno al nostro pianeta. Una caratteristica che potrebbe risultare importante nella nostra ricerca di esopianeti abitabili. Questi mondi inesplorati potrebbero essere circondati da un bagliore dello stesso colore, derivante o da processi biologici come sulla Terra delle origini, o da fenomeni geologici simili a quelli osservati su Titano.
IL COLORE NON BASTA. Un'eventuale luce aranciata individuata attorno a un esopianeta da un telescopio di ultima generazione (come il futuro James Webb Space Telescope) non sarebbe però necessariamente garanzia della presenza di vita. Per capire se il bagliore abbia origini biologiche o geologiche bisogna analizzare la concentrazione di anidride carbonica. Se questa è massiccia, dicono gli scienziati, allora potrebbero esserci processi biologici in corso.
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