È importante tenere lo sguardo fisso in avanti e le braccia allargate.
«Ogni pensiero sul filo è una caduta in agguato». Lo sostiene Philippe Petit, francese, autore del Trattato di funambolismo e uno dei più grandi funamboli di tutti i tempi. Per lui, che ha camminato su funi tesetra i campanili di Notre Dame, tra le Twin Towers e sulle Cascate del Niagara, la distrazione è letale.
Ma per tantissimi che, con la moda della slackline (un nastro in nylon, più largo della fune), hanno provato a cimentarsi in quest’arte circense, compiere pochi passi senza cascare – a poche decine di centimetri da terra – sarebbe un successo.
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COME SI FA? Petit suggerisce di cominciare da fermi, con un piede solo sulla fune (scalzo, o con calze o scarpe sottili): la sensibilità è fondamentale. La fune vibra, la slackline ondeggia: è normale, è il corpo che cerca equilibrio. Meno lo si trova e più il tremolio è forte. L’obiettivo è resistere almeno 10 secondi, per poi esercitarsi sull’altra gamba. Tutti hanno il proprio piede migliore, che diventerà il piede di appoggio.
SOSPESI SU UNA CORDA. La camminata vera e propria arriverà in seguito perché, come afferma Petit, “sarà una successione di equilibrio: su un piede, poi sull’altro”. Le cadute sono inevitabili, ma occorre da subito resistere il più possibile.
Gli istruttori di slackline suggeriscono altri trucchetti. Usare corde molto corte o far sedere un compagno sulla linea per smorzarne le oscillazioni. Ma anche tenere lo sguardo fisso in avanti, piegare le gambe per abbassare il baricentro e bilanciarsi allargando le braccia sopra le spalle. È fondamentale cercare l’equilibrio a ogni passo e fare più allenamento possibile. Meglio pochi passi, ma restare sulla fune più a lungo. Se proprio non si riesce, provate a dare una mano a un compagno, poi solo un dito e infine camminate... da soli!
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