Passa ai contenuti principali

Danzare in sincrono alza la soglia del dolore

E cementa i legami sociali. Ballare in modo energico ha lo stesso effetto. Uno studio britannico chiarisce perché amiamo così tanto i flash mob.

reu_rtr45wp2_web
La danza del Carimbo, un tipico ballo brasiliano.
Un ballo scatenato può talvolta risolvere tensioni che parevano insormontabili. Ora un gruppo di psicologi e antropologi dell'Università di Oxford ha voluto far chiarezza sull'origine dei sentimenti di "vicinanza" che si creano quando si danza insieme ad altri. L'ipotesi è che alla loro origine ci sia il rilascio di endorfine, i neurotrasmettitori del "buon umore" implicati nella costruzione di legami sociali, così come nella percezione del dolore. E tutto questo spiegherebbe perché molte persone si appassionano per la danza e i flash mob.
BALLA CHE TI PASSA. Poiché è difficile misurare le endorfine direttamente, i ricercatori hanno stimato il loro rilascio in modo indiretto, testando la soglia del dolore dei partecipanti: una maggiore quantità di endorfine equivale a una migliore capacità di sopportare il dolore.

Lo studio ha coinvolto 264 teenager brasiliani, a cui è stato chiesto di danzare in gruppi, in modo sincronizzato o asincrono, e con coreografie più o meno faticose. Prima e dopo ogni esercizio sono stati misurati la tolleranza al dolore e la vicinanza sociale percepita nei confronti dei compagni.

PIÙ VICINI, PIÙ FORTI. L'attività sincronizzata ha generato più intensi legami tra i soggetti coinvolti, e ha allo stesso tempo fatto alzare la soglia del dolore. La danza più energetica e sfrenata ha sortito lo stesso effetto. Le due cose funzionano bene separatamente. Immaginatevi, dicono gli scienziati, quando avvengono in contemporanea (un ballo scatenato sincronizzato): questo potrebbe spiegare perché i flash mob siano tanto contagiosi.

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record