Passa ai contenuti principali

Il buco dell'ozono torna ad aprirsi

Rilevazioni satellitari hanno stabilito che è simile, in dimensioni, a com'era nove anni fa. Forse un'anomalia del 2015 o una ripresa dovuta ai cambiamenti climatici in atto. 

ozonloch1_xl
Il buco nell'ozono sopra all'Antartide, misurato il 2 ottobre 2015: si può notare che appare come un'area quasi circolare.
Negli ultimi anni sembrava che nulla potesse impedire al buco nell'ozono, presente sopra al continente antartico, di richiudersi. In passato aveva raggiunto dimensioni di circa 30 milioni di chilometri quadrati, qualcosa come 100 volte la superficie dell'Italia. Poi, piano piano, grazie soprattutto all'abolizione dei CFC (clorofluorocarburi), prima causa della sua origine, aveva iniziato a richiudersi: così, nel 2006, la sua estensione era scesa a 27 milioni di chilometri quadrati e l'anno scorso a 23,5 milioni di chilometri quadrati.

Ci si aspettava che quest'anno scendesse ulteriormente di dimensioni. Ma le ultime analisi dicono che esso è ritornato ad allargarsi ed è arrivato a 26 milioni di chilometri quadrati. Che cosa sta succedendo?

Il buco dell'ozono è stato causato anche dai clorofluorocarburi emessi dagli spray usati negli anni '70 e dall'industria del raffreddamento. Questi prodotti sono stati messi al bando nella quasi totalità della Terra.

FISIOLOGICO (IN PARTE). Va detto, innanzi tutto, che è normale che ogni anno ci sia un ingrandimento del buco dell'ozono perché nella stratosfera, a una quota compresa tra i 10 e i 50 chilometri, si verifica durante l'inverno antartico un arricchimento dei CFC ancora in circolazione, e questo a causa di complesse condizioni climatiche che si vengono a creare in corrispondenza di quest'area geografica.

Durante la primavera antartica, tali sostanze si mettono in attività e causano una parziale distruzione dell'ozono. Questo spiega perché il momento di massima apertura dell'ozono avviene proprio in primavera (il nostro autunno avanzato).
L'andamento del buco dell'ozono negli ultimi anni.
ONDE PLANETARIE. Ma veniamo alla situazione di quest'anno e al fatto che il buco nell'ozono sia tornato ad avere dimensioni simili a quelle di nove anni fa, un dato che ha sorpreso i ricercatori del Centro Aerospaziale Tedesco che seguono la sua evoluzione con l'uso dei satelliti ambientali.

Per capire quanto avvenuto va ricordato che la circolazione che avviene nella stratosfera è dominata da quelle che sono chiamate onde planetarie, enormi "fiumi d'aria" che producono un'importante scambio di aria tra le regioni polari e quelle delle medie latitudini e viceversa.

ANOMALIA. Spiega Michael Bittner, responsabile del Data Center mondiale per il telerilevamento dell'atmosfera (Wdc-Rsat): «Nel mese di agosto 2015 si è osservato un insolito flusso di aria calda e ricca di ozono dalle latitudini più basse verso l'Antartide. Alla fine di agosto però, la situazione è mutata improvvisamente e l'aria più calda che scendeva al Polo Sud si è interrotta e sopra l'Antartide si è instaurato  una situazione di calma atmosferica. E proprio questa situazione di stallo ha fatto sì che negli ultimi mesi entrassero in piena attività i fenomeni che degradano lo strato di ozono».

Così si è venuto a ricreare un buco nell'ozono stratosferico di forma quasi perfettamente circolare. Ora bisognerà capire se i cicli di onde planetarie si stiano modificando e quale influsso possa questo avere sull'atmosfera in generale e sul buco dell'ozono in particolare. 

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record