El Niño sta raggiungendo la sua massima intensità facendo sentire i propri effetti in molti mare del mondo. La temperatura aumenta e nel mare i pinguini sono costretti a cercare cibo in luoghi molto distanti, al limite della sopravvivenza.
I pinguini reali potrebbero subire un brusco calo a causa di El Niño presente in questi mesi nell'Oceano Pacifico. L'aumento della temperatura delle acque li obbliga a lunghi spostamenti alla ricerca di cibo. Al limite della loro sopravvivenza
Dove se ne sono andati tutti i pinguini? Per chi dovesse visitare in questo periodo e nei prossimi mesi le Crozet Islands, che si trovano nell’Oceano Indiano meridionale, potrebbe incontrare solo pochi pinguini, rispetto alla moltitudine che generalmente vivono sull’isola. In realtà non sono scomparsi, ma si stanno procurando cibo in luoghi molto più distanti rispetto agli altri anni, così lontani da mettere in pericolo la loro resistenza e quindi la loro vita.
ALL’INSEGUIMENTO DEL PESCE. Un’ipotesi, al momento, ma che potrebbe diventare presto realtà. Quale sarebbe la causa? La risposta è da cercare nell’Oceano Pacifico dove è in atto un evento di El Niño, il fenomeno climatico che si manifesta di tanto in tanto e che porta ad un innalzamento della temperatura di una gran parte dell’Oceano Pacifico stesso con influenze non indifferenti anche sugli altri oceani. E l’aumento della temperatura di un grado centigrado delle acque dell’Oceano Indiano obbliga i pinguini a spostare le loro mete per procurarsi cibo di decine di km verso sud rispetto al normale, perché è il pesce stesso che si sposta a meridione, verso l’Antartide, alla ricerca di acque più fresche.
UN DRAMMA PER I PINGUINI. È per questo che le oltre 700.000 coppie nidificanti sulle Crozet Islands si ritrovano a dover affrontare viaggi al limite delle loro capacità. Spiega Charles-André dell’Hubert Curien Multi-disciplinary Institute di Strasbourg (Francia) che sul problema ha pubblicato un’importante ricerca su Nature: «Abbiamo seguito l’evoluzione delle comunità del Pinguino reale dal 1992 al 2010. Quando nel 1997 si verificò il più intenso evento di El Niño degli ultimi anni, le temperature dell’Oceano Indiano salirono di un grado sopra la media obbligando i pinguini a percorrere verso sud, ossia verso l’Antartide, più di 130 chilometri per andare a cercare cibo, mettendo a dura prova la loro resistenza. Al termine di El Niño la comunità di pinguini era scesa del 34 per cento. In pratica erano morti durante la ricerca di pesce per sfamarsi».
EL NIÑO FA PENSARE. El Niño è un fenomeno naturale e nonostante molte ricerche non è ancora chiaro se i suoi cicli sono stati alterati dai mutamenti climatici, tuttavia il fatto che esso causa una tale moria di pinguini per l’aumento della temperatura delle acque oceaniche deve far pensare su quello che sembra diventare una costante indipendentemente da El Niño stesso, ossia l’aumento generalizzato delle temprature dei mari del mondo.
UN VOLTO POSITIVO DI EL NIÑO. Per fortuna c’è almeno un fatto che fa da contraltare alle conseguenze di El Niño: il meraviglioso paesaggio che
da tempo non si osservava in un deserto cileno.
Proprio a causa delle piogge prodotte dal El Niño si è avuta una fioritura di molte pianete endemiche del deserto che erano rimaste in una specie di letargo da oltre 10 anni. E così (come mostra l’immagine qui a fianco) il deserto si è tinto di colori come non mai.
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