Passa ai contenuti principali

Sole: il buco coronale ripreso dal Solar Dynamic Observatory

Un fenomeno normale nell’attività del Sole, ma il buco coronale ripreso dall'SDO ha dimensioni eccezionali.

sole1
Un gigantesco "buco coronale" si apre dal centro del Sole per salire fino al suo bordo superiore. In bianco le linee del campo magnetico attuale 
Un gigantesco "buco" si è aperto nell’atmosfera del Sole e sta fuoriuscendo un flusso di vento solare (particelle cariche elettricamente, come elettroni e protoni) sopra la media.

Il fenomeno, chiamato buco coronale, è stato fotografato dal telescopio spaziale della Nasa Solar Dynamic Observatory e l’immagine qui sopra è stata presa nella radiazione ultravioletta. I buchi coronali sono aree più fredde e scure della corona del Sole e hanno uno stretto legame con i campi magnetici della nostra stella. Si formano infatti quando il campo magnetico si estende verso lo spazio esterno anziché tornare verso il Sole a formare i caratteristici “loop” (vedi foto qui sotto).

Un loop di materiale solare si richiude su se stesso. | NASA SOLAR DYNAMIC OBSERVATORY

Dai buchi coronali il vento solare fuoriesce in grandi quantità e questo contribuisce a dare un colore scuro all’area. Nella fotografia sono state sovrapposte le linee del campo magnetico attuale del Sole e, come si vede dove non c’è il buco, le linee tornano verso la superficie limitando così la fuoriuscita di particelle. Invece, in corrispondenza della grande macchia scura, le linee del campo magnetico non si richiudono su se stesse e sfuggono nello spazio.

Un precedente buco coronale | NASA SOLAR DYNAMIC OBSERVATORY

LE CONSEGUENZE. Stando al Noaa non dovrebbero esserci conseguenze sulle telecomunicazioni, mentre ci si aspetta un aumento di intensità delle aurore al Polo Nord.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di