Microsfere al carbonio per riparare i danni di un aereo in volo.
Un gruppo di ricercatori britannici ha inventato una sostanza che può essere integrata nella struttura degli aerei, per consentire, ad esempio, alle ali o alle turbine di autoriparare le crepe o le piccole fratture che possono insorgere durante il volo.
COME FUNZIONA. Il principio di fondo non differisce molto da quello dell'asfalto che si autosana. Il team dell'Università di Bristol ha sviluppato delle microsfere da includere nello scheletro alare, che racchiudono un liquido a base di carbonio. Quando c'è un danno, il liquido fuoriesce dall'involucro per riversarsi nell'incrinatura, dove entra in contatto con un'agente catalitico che lo fa solidificare, chiudendo così la falla.
Come specifica professor Duncan Wass, il composto è pensato per agire rapidamente in caso di rotture di lieve entità: «Parliamo di fratture minime, non di buchi larghi un metro». Tuttavia questo non sminuisce la portata dell'idea dato che «anche piccole spaccature possono portare a conseguenze catastrofiche», aggiunge.
UN PO' DI PAZIENZA. Secondo gli scienziati la produzione del loro materiale non è ancora economicamente sostenibile, e dovremo attendere prima di vedere decollare i velivoli autoriparanti.
L'invenzione sembra adatta per ulteriori applicazioni in campo aerospaziale, ma in futuro potrebbe anche trovare spazio nell'uso quotidiano, per esempio per riparare lo schermo o il corpo di uno smartphone caduto.
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