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L’aria condizionata fa bene o male?

Rinfrescati o congelati? La scienza risponde.

aria
Salva vite, ma causa malanni. Rende più produttivi, ma inquina. Rinfrescati o congelati? La scienza risponde. Ecco a confronto due punti di vista diversi, pro e contro, le due facce della medaglia.

Aria condizionata, perché sì


ANZIANI. Durante le ondate di calore l’aria condizionata è un salvavita: nelle comunità con più condizionatori gli ultra 65enni Perché il 17% di ricoveri in meno per patologie cardiovascolari e respiratorie rispetto alle comunità con meno condizionatori. In una casa di riposo in Florida in 4 giorni di rottura dell’impianto di condizionamento la temperatura è salita a 31 °C: 21 pazienti su 89 hanno avuto un episodio di iperpiressia con febbre da calore oltre 38 °C e 5 ne sono deceduti. 

BAMBINI. Consigliata dal 69% dei pediatri per i bambini piccoli, che hanno difficoltà di termoregolazione.

LAVORO. Se sono richieste abilità numeriche, controllo di dati e pensiero creativo la temperatura ideale è 20 °C, hanno dimostrato i ricercatori della National University of Singapore. A 24 °C la produttività scende del 15% e gli errori aumentano del 25%. Un altro studio sulla produttività, condotto da ricercatori finlandesi e statunitensi, ha dimostrato che aumenta progressivamente a partire da 20,5 con il picco massimo a 21,6 °C.

IN AUTO. Il condizionatore migliora l’aria nell’abitacolo: uno studio su tre auto di marca e tipo diversi ha dimostrato che l’aria condizionata riduce i microrganismi dell’81,7%, le spore di funghi dell’83,3%, il particolato dell’87,8%, con riduzione del rischio di crisi allergiche senza differenze fra marche e tipo dell’auto.



Aria condizionata, perché no


SALUTE. Il getto diretto delle bocchette dell’aria condizionata può causare tracheiti, bronchiti, torcicollo, otiti, mal di testa e di schiena. Inoltre c’è il rischio di polmoniti da batteri che crescono nei filtri degli apparecchi vecchi. L’eccessiva deumidificazione dell’aria può associarsi a disagi oculari, pruriti e arrossamenti soprattutto per chi fissa a lungo lo schermo del pc o indossa lenti a contatto morbide che tendono a seccarsi. 

ECONOMIA. Per tenere al fresco la propria abitazione è meglio isolare lo stabile e gli infissi, schermare le finestre dall’esterno con oscuranti, consiglia Leon Glicksman del Mit di Boston. Ma soprattutto bisogna modificare le abitudini: ridurre l’uso di elettrodomestici (fornelli, ferri da stiro, phon) che creano calore; spegnere quelli in stand by (tv, radio, pc), aprire le finestre di notte, ricorrere alle pale a soffitto: rinfrescano in modo più economico e sano.

LAVORO. Fresco sì, ma senza esagerare. In estate triplicano i raffreddori da ufficio: per evitarli fra la temperatura ambientale e quella esterna non devono esserci più di 7 °C. Certo, se fuori ci sono 50 °C, si può scendere, alla ricerca del benessere, non del freddo.  

AMBIENTE. I gas refrigeranti danneggiano l’ambiente: quelli di prima generazione (Cfc, Hcfc) contengono cloro e sono causa del buco nell’ozono; gli Hfc sono gas serra e contribuiscono al riscaldamento terrestre. I condizionatori a propano richiedono personale specializzato per l’installazione e quindi sono più costosi.

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