I cambiamenti climatici hanno ridotto la quantità di fiori (e nettare) disponibile. Così gli impollinatori hanno evoluto lingue più corte e versatili, che stanno però minacciando la biodiversità della flora.
Un esemplare di Bombus balteatus.
Delle ripercussioni dei cambiamenti climatici sulla biologia animale abbiamo scritto più volte. L'ultima in ordine di tempo è una scoperta sui bombi: negli ultimi 40 anni, le lingue di due specie di questi impollinatori, endemiche delle Montagne Rocciose del Colorado, si sono accorciate di un quarto.
QUEL CHE PASSA IL CONVENTO. Il colpevole sarebbe ancora una volta il riscaldamento globale, che ha causato un declino nella quantità di fiori che crescono nella regione. Con meno cibo a disposizione, i bombi si sono adattati a succhiare il nettare da una più ampia gamma di piante, operazione che, con lingue più corte e meno "specializzate", riesce più facilmente.
PIÙ CORTE. Nicole Miller-Struttmann e i colleghi entomologi della State University of New York hanno misurato la lunghezza delle lingue in esemplari di due specie di bombo (Bombus balteatus e B. sylvicola) catturati tra il 1966 e il 1980 e tra il 2012 and 2014. Il confronto tra i vari insetti ha mostrato una riduzione dell'organo studiato del 24%.
DI BOCCA BUONA. Dopo aver escluso che i bombi si fossero semplicemente rimpiccioliti, gli scienziati sono passati a studiare il loro "menù", scoprendo che i gusti di questi insetti si sono ampliati a un più vasto "paniere" di fiori. Ricerche sulla biodiversità della flora locale hanno svelato il perché. Dagli anni '70 in poi, la densità di fiori sulle pendici di quelle montagne si è ridotta del 70%.
Con le minime estive più alte di 3,25°C rispetto alla norma, il suolo tende a seccare troppo in fretta. In appena 40 anni e altrettante generazioni, i bombi hanno dovuto adattarsi, sviluppando un apparato boccale più consono alla nuova disponibilità di fiori.
IGNORATI. Ma quella che sembra una strategia vincente per gli insetti, non è invece una buona notizia per i fiori a calice lungo, che richiedono l'intervento di bombi dalla lingua lunga per l'impollinazione. Queste piante rischiano l'estinzione, anche se gli effetti negativi del fenomeno sui fiori devono ancora essere documentati.
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