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Ecco come è stata scoperta la frode di Volkswagen

Un team di ricercatori della West Virginia University ha messo in ginocchio il colosso delle auto con una semplice tecnica per raccogliere gli scarichi. 

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L'affaire Volkswagen (che abbiamo ampiamente raccontato nella nostra"guida") occupa le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Dopo le dimissioni del Ceo Martin Winterkorn decise ieri durante la riunione dei vertici della casa a Wolfsburg, è emerso quale sia stato il sistema utilizzato per smascherare uno dei peggiori scandali industriali di sempre.

IL TEAM DI RICERCA. Il merito va a un team di cinque ricercatori dellaWest Virginia University, che ha condotto le analisi sulle auto tedesche nel 2014 e ha mantenuto il riserbo sulla questione per oltre un anno.

Ora i ricercatori hanno rivelato come hanno fatto a rendersi conto che i dati sulle emissioni erano truccati. Si tratta di un sistema piuttosto semplice: due membri del gruppo si sono messi alla guida di due auto diverse, una Jetta, una Passat e una BMW X5 prese a noleggio, percorrendo le strade della West Coast per un migliaio di chilometri.
L'"ACCROCCHIO". Le auto erano state equipaggiate con piattaforme di rilevamento posizionate nel bagagliaio e connesse al sistema di scarico. Il rig era stato ideato per raccogliere i gas di scarico dai tubi e analizzarli attraverso una serie di misurazioni che rivelassero i livelli di emissione a diverse velocità. Non è nulla di diverso dagli apparecchi usati nei test sulle auto condotti in laboratorio, solo che stavolta sono stati impiegati in strada.

DOPPIO TEST. Sono state così scoperte emissioni di ossido di nitrogeno fino a 35 volte oltre quelle dichiarate dalla casa. «Quando abbiamo guardato i risultati, erano più alti del previsto», spiega Daniel Carder, della WVU, al Wall Street Journal. E dato che «la prima cosa che uno scienziato fa è mettere in dubbio i risultati», sono tornati in strada per rifare i test. I quali presentavano gli stessi numeri, così i ricercatori hanno contattato Volkswagen per informali, ricevendo immediata contestazione. Da lì, nel maggio 2014, il coinvolgimento dell'Environmental Protection Agency e del California Air Resources Board, fino all'esplosione dello scandalo dei giorni scorsi.


Carder, ingegnere del Center for Alternative Fuel Engines and Emisison, viene celebrato da alcune testate come una sorta di Davide che ha sconfitto Golia, precisa che «Non è una questione diesel sporco contro diesel pulito, ma quali siano le effettive performance su strada delle auto, rispetto alle loro certificazioni».

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