Passa ai contenuti principali

Questo cratere marziano non è come tutti gli altri

L’analisi di immagini ad alta risoluzione di una parte della superficie di Marte, ottenute dalla sonda Mars Express, fa pensare all’esistenza di un supervulcano. Una sua eruzione potrebbe aver profondamente modificato il clima del pianeta rosso.

Questo cratere marziano potrebbe essere stato originato da un supervulcano e non da un asteroide come si era sempre pensato.

Di primo acchito l’immagine della superficie di Marte che vedete qui sopra, e che è stata ripresa dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Mars Express,  sembra una distesa di crateri da impatto.

In realtà però, la struttura nel mezzo dell’immagine potrebbe racchiudere un segreto ben più “esplosivo” di quel che sembra: potrebbe essere il resto di un antico supervulcano. L’area qui ripresa è nota come Siloe Patera e si trova nella regione chiamata Arabia Terra.
L'area in cui si trova Siloe Patera, il cratere prodotto da un supervulcano. Questa immagine la si osserva meglio con gli occhiali anaglife (lenti rosse e blu)

ASSOMIGLIA AI CAMPI FLEGREI. L’avvallamento è composto da due grandi crateri annidati l’uno nell’altro con quello più grande che ha un diametro massimo di 40 km e uno minimo di 30 km. Il punto più profondo del cratere si inabissa per 1.759 metri al di sotto della pianura circostante.

Già da tempo alcuni vulcanologi avevano avanzato l’ipotesi che questi crateri, come altri della medesima regione, fossero dei vulcani e non dei crateri da impatto di asteroidi. Le ultime immagini riprede da Mars Express confermerebbero in parte questa tesi: questi crateri sono in realtà un supervulcano.

Sulla Terra un supervulcano è un vulcano che quando erutta può emettere almeno 1.000 km cubi di materiali, migliaia di volte superiore alle eruzioni considerate “normali” e che per la loro eccezionalità possono alterare il clima dell’intero pianeta. Alcuni esempi sono la caldera di Yellowstone, i Campi Flegrei e il Tambora.
Lo studio di Siloe Patera è importante anche per capire se una sua eruzione in tempi lontano possa aver influenzato il clima marziano

PUÒ AVER MODIFICATO IL CLIMA DI MARTE. I supervulcani non danno origine a montagne di elevate dimensioni, perché dopo un’eruzione tornano in uno stato di quiescenza e tali rimangono per tempi lunghissimi (Yellowstone, ad esempio, erutta una volta ogni 600.000 anni). Questi lunghissimi periodi di tranquillità favoriscono l'erosione della caldera che origina l’eruzione, al punto da nascondere gli elementi che permettano di identificare le caratteristiche di un vulcano.

Per quel che riguarda Siloe Patera tuttavia, le immagini ad alta risoluzione di Mars Express hanno messo in luce una serie di canali che si dipartono dal cratere i quali, secondo alcuni vulcanologi, potrebbero essere canali lavici che si formarono dopo la prima fase esplosiva. E considerando le dimensioni del cratere la quantità di materiale eruttato lo fanno classificare come un supervulcano.
In ogni caso per avere la certezza di essere di fronte ad un supervulcano sarebbe necessario raccogliere il materiale in loco e analizzarlo. Ciò potrebbe essere di notevole interesse per capire se un’eruzione di grandi proporzioni come si immagina possa aver dato origine il vulcano, possa aver influenzato il clima di Marte.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record