Secondo una nuova analisi delle prove disponibili, funzionano nel breve periodo ma dopo un po' ... c'è la ricaduta.
Non ci sono ancora le prove che le sigarette elettroniche servano davvero a smettere di fumare. È quanto afferma una nuova analisi degli studi disponibili presentata alla conferenza della American Thoracic Society: forse servono nel breve periodo, ma la loro efficacia è dubbia sulla media e lunga distanza.
RICADUTE. La meta-analisi ha preso in considerazione quattro studisull’efficacia delle sigarette elettroniche nell’abbandonare il fumo in poco più di mille persone e altri 18 studi che hanno valutato eventuali effetti collaterali, in un altro migliaio di pazienti. «Mentre le sigarette elettroniche hanno migliorato in modo significativo l’astinenza a un mese di distanza rispetto a un placebo, non c’è evidenza che funzionino per periodi più lunghi (3-6 mesi n.d.r)» ha detto Riyad al-Lehebi, dell’Università di Toronto, principale autore dello studio. Gli effetti collaterali più spesso riportati tra gli "svapatori" sono stati tosse e respiro corto. Il verdetto è dunque sospeso, ma i dati non appaiono particolarmente incoraggianti.
LAVORI IN CORSO. Il dibattito sulle e-cig va avanti da tempo, sia sulla loro efficacia, sia sulla sicurezza. Inizialmente, hanno suscitato entusiasmi e sono state considerate un valido aiuto per smettere di fumare, o almeno un’abitudine tutto sommato innocua rispetto al tabacco.
Un giudizio fortemente positivo era arrivato dall’oncologoUmberto Veronesi, direttore emerito dello Ieo, dove è in corso uno studio proprio per valutare la loro efficacia per far smettere i forti fumatori. I risultati preliminari dicono che le sigarette elettroniche (con nicotina e senza nicotina) possono dare una mano a smettere, anche se non è sicuro che durino nel tempo. Proprio quello che anche la nuova analisi nordamericana suggerisce.
INGREDIENTI. Al posto del tabacco, le sigarette elettroniche contengono tre ingredienti principali: nicotina, un aroma di qualche tipo, e glicole propilenico, un liquido sintetico che viene anche aggiunto agli alimenti, ai cosmetici e ad alcuni medicinali per mantenere l’umidità, ed è il principale componente dei liquidi antigelo per motori.
La presenza della nicotina – questa è l’argomentazione che viene usata per motivare il loro utilizzo come metodo anti-fumo – servirebbe a diminuire la “sindrome da astinenza” tipica del fumatore che cerca di dare addio alle sigarette, mentre lo “svapare” contribuirebbe a conservare la gestualità, quel che molti fumatori dicono è l'elemento che impedisce di smettere.
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SICURE? Dal punto di vista della sicurezza, ultimamente sono stati sollevati molti dubbi sulle e-cig, anche non si sa ancora bene come stanno le cose, in particolare se inalare il liquido e le sostanze che contiene possa avere effetti dannosi sulla salute.
Un fatto difficile da stabilire anche perché i dati sulla sicurezza del glicole propilenico esistono per esempio per quanto riguarda l’ingestione o l’utilizzo sulla pelle, non l’inalazione. E perché non si sa esattamente quale sia la composizione degli aromi contenuti in molti dei liquidi, e la loro eventuale tossicità.
METALLI, MA ... C'È DI PEGGIO. Analizzando il vapore emesso dalle e-cig sono state trovate metalli come nichel e argento in quantità superiori rispetto alle sigarette tradizionali e inoltre cromo e titanio, dati che non permettono di considerarle “innocue”, visto che non si sa quali effetti potrebbero avere sul sistema respiratorio, ma che, per la verità, da molti esperti non sono neppure giudicati particolarmente allarmanti, perlomeno a confronto con i prodotti della combustione del tabacco delle sigarette normali.
SE SVAPARE DIVENTA DI MODA. Il problema, semmai, è se svapare, invece di essere considerato un modo per smettere di fumare (più o meno efficace), dovesse diventare una moda, specialmente tra i giovani e far tornare socialmente accettabile l’abitudine del fumo, elettronico o tradizionale che sia.
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