Passa ai contenuti principali

I draghi esistevano davvero. E stanno tornando

Una sorprendente ricerca pubblicata su Nature rivela che gli animali sputafuoco non erano poi così leggendari, ma reali. E che, grazie ai cambiamenti climatici, dobbiamo aspettarci di rivederli presto fra noi.

Una scoperta a dir poco sensazionale è stata appena pubblicata su Nature, e se non fosse per l'autorevolezza della fonte, saremmo portati a definirla una bufala. La sostanza dell'articolo è che i draghi, esseri da sempre considerati frutto di leggende popolari, sono in realtà esistiti davvero, nel Medioevo. E sono destinati a tornare. Il paper elenca i fattori che determineranno la resurrezione dei giganti alati sputafuoco, alcuni dei quali paradossali, come la crisi economica e la mancanza di una politica globale per combattere il riscaldamento globale (global warming).

IL MANOSCRITTO RITROVATO. La rivelazione arriva uno studio congiunto di da Andrew J. Hamilton (University of Melbourne), Robert M. May (University of Oxford) e Edward K. Waters (University of Notre Dame, Australia), che hanno analizzato alcuni documenti da poco ritrovati presso la Oxford’s Bodleian Library, in occasione degli intensi lavori investigativi su manoscritti dell'epoca della Magna Charta, di cui quest'anno si celebrano gli 800 anni.

Il documento, letteralmente disseppellito dalla polvere della biblioteca inglese, è attribuito al monaco Godfrey of Exmouth ed è illuminante su alcuni aspetti della vita quotidiana inglese del tredicesimo secolo. Secondo gli studiosi, i testi sembrano dimostrare inequivocabilmente la prova dell'esistenza reale dei draghi nel nostro mondo e addirittura l'impatto che hanno avuto sulla popolazione. Non è un caso che miti e leggende di tutto il mondo ne parlino, dagli scritti dello zoroastrismo alla letteratura greca, dalle religioni slave alle credenze asiatiche. Fino al dipinto di San Giorgio e il Drago, e ai film hollywoodiani.
San Giorgio e il drago in un dipinto di Paolo Uccello, conservata alla National Gallery di Londra e databile al 1456 circa.

UN'EPOCA D'ORO (E ARGENTO). Sbalorditi dalle rivelazioni del testo di Exmouth, i tre studiosi hanno esaminato altri documenti posteriori, che hanno consolidato le evidenze: i draghi hanno davvero proliferato nel periodo medievale. Hanno potuto regnare incontrastati sugli uomini grazie all'abbondanza di cibo (gli esseri umani stessi, in special modo i cavalieri), alla disponibilità di materiali per la nidificazione (oro e argento) e a un periodo climatico inaspettatamente caldo, necessario per mantenere una alta temperatura boccale e nasale, cruciale per la loro sopravvivenza.

Inoltre, gli strumenti considerati "magici" per combatterli non funzionavano più, cosa che fra l'altro può avere contribuito a relegare streghe e maghi nella sfera della blasfemia: non più in grado di contrastare i draghi, hanno perso il loro ruolo utile nella società, che ha iniziato a perseguitarli per le loro credenze non ortodosse (ad esempio l'eliocentrismo).

Fu il periodo della Prima Stirpe dei draghi (nel paper vengono chiamati “bestie ectotermiche”).
Il retaggio dei Draghi è ben presente anche nell'architettura.

L'IBERNAZIONE. Gli autori dello studio individuano la fine del dominio dei draghi verso la fine del quindicesimo secolo, smentendo quindi gli studi che ritenevano il quattordicesimo secolo come l'epoca della loro fine. Le cause sono da individuare nel calo delle temperature che colpì l'Europa fra 1400 e 1650 circa (la cosiddetta Piccola Era Glaciale) e nella carenza di cibo (era finita l'epoca cavalleresca). Questi elementi, combinati, non avrebbero però provocato l'estinzione, ma solo innescato un processo di ibernazione delle varie specie di mostri. Periodicamente qualche drago si risvegliava dal grande sonno per verificare se le condizioni ambientali potessero consentire un ritorno. Si registrò il sorgere di una Seconda Stirpe, fra 1680 e 1690, favorita dalla fine del periodo freddo. Poi un nuovo grande sonno. Fino ai nostri tempi.

IL RITORNO. Nelle ultime decadi alcuni fattori di cui non stiamo tenendo conto stanno "lavorando" per l'avvento della Terza Stirpe dei draghi. Sono fenomeni apparentemente non riconducibili a un'eventualità del genere, ma pare proprio che gli indizi principali siano la scarsa attenzione al global warming e il fallimento delle politiche economiche, che stanno rimettendo in circolo oro e argento come beni rifugio (gli autori parlano di "quantitative thieving"). A questo si aggiunge il paradossale ritorno dei cavalieri in Australia.

Tutto questo potrebbe indurre i draghi a uscire dall'ibernazione e riaffacciarsi nel nostro mondo. Che cosa mangeranno? Ovviamente persci, anzi pesci d'aprile. Se siete arrivati fin qui il giusto scietticismo non sarà stata una sopresa. Ad ogni modo, buon pesce da aprile da Focus e Nature. E dai draghi.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di