Analisi effettuate sulla meteorite marziana NWA 7034 hanno mostrato che questo pezzo di roccia arrivato dal pianeta rosso è rappresentativo delle scure pianure basaltiche presenti della superficie di Marte.
Immagine di Marte ripresa dal telescopio spaziale Hubble. Una meteorite ritrovata nel deserto del Sahara nel 2011 è un pezzo di roccia marziana proveniente dalle scure pianure basaltiche del pianeta rosso.
Una serie di misure spettroscopiche di una meteorite marzianadenominata NWA 7034 (dove NWA sta per North West Africa) sono risultate essere perfettamente compatibili con quelle delle pianure scure di Marte effettuate dagli spettrometri a bordo delle sonde in orbita attorno al pianeta rosso.
Sezione della meteorite marziana NWA 7034. E' costituita da un insieme di frammenti di roccia cementati assieme.
UN PEZZO DI ROCCIA MARZIANA. NWA 7034 ha un peso di circa 320 grammi ed è una breccia di natura basaltica, composta da un conglomerato di frammenti di rocce di origine vulcanica, prodotti da un impatto asteroidale.
È stata ritrovata nel deserto del Sahara marocchino nel 2011 e fu soprannominata Black Beauty (Bellezza Nera) a causa del suo colore scuro. Si stima che abbia un’età di almeno 2,1 miliardi anni. NWA 7034 è unica nel suo genere, in quanto la sua composizione mineralogica è completamente diversa da tutte le meteoriti marziane finora conosciute.
Questa meteorite, che salì agli onori delle cronache nel gennaio del 2013, quando sulla rivista Science fu pubblicato un articolo che mostrava che questo pezzo di roccia marziana contiene un’abbondanza d’acqua circa dieci volte superiore a quella presente nei campioni di meteoriti provenienti dal pianeta rosso finora raccolti sulla Terra ecarbonio organico.
INDIVIDUATA LA SUA PRECISA PROVENIENZA. Adesso, secondo Kevin Cannon della Brown University (Providence, USA) e i colleghi con cui ha effettuato lo studio, questa meteorite potrebbe contribuire a chiarire uno degli enigmi di vecchia data relativi a Marte e cioè la discrepanza esistente tra le caratteristiche spettrali delle meteoriti SNC (dalle iniziali dei tre sottogruppi Shergottiti, Nakhliti e Chassigniti) e gli spettri telerilevati di alcune regioni della superficie del pianeta rosso.
«Le caratteristiche spettrali della maggior parte dei campioni di meteoriti marziane sono in qualche modo simili a quelle che risultano dalle misure effettuate dallo spazio, ma fastidiosamente diversi», ha affermato, Jack Mustard, co-autore della ricerca, che è consistita nell’effettuare una lunga serie di misure utilizzando tecniche spettroscopiche diverse.
«Quello che volevamo fare era avere una media per l'intero campione. E questo tipo di misura ha finito per corrispondere ai dati ottenuti dall’orbita», ha detto Cannon, aggiungendo che «la corrispondenza tra gli spettri effettuati in laboratorio e quelli ottenuti dallo spazio suggeriscono che le regioni pianeggianti scure di Marte sono dominate da rocce brecciate simili a NWA 7034».
Poiché le pianure scure sono regioni dove l’abbondanza di polvere è molto bassa, viene da pensare che la meteorite NWA 7034 possa essere rappresentativa di ciò che si nasconde sotto la polvere rossa che ricopre gran parte del resto del pianeta. Ciò sta a significare che se si andasse su Marte e si raccogliesse un pezzo di crosta, questa si presenterebbe pesantemente battuta da impatti meteoritici, frammentata e ricomposta sotto forma di rocce conglomerate simili a NWA 7034.
UN BOMBARDAMENTO CONTINUO. Sulla base delle nostre attuali conoscenze su Marte, che la superficie di Marte sia ricca di brecce come NWA 7034 ha un senso. Il pianeta, infatti, è butterato da oltre 400.000 crateri da impatto con un diametro superiore a 1 km. Poiché le rocce brecciate sono una naturale conseguenza degli impatti, è ragionevole pensare che il materiale simile a NWA 7034, con il passare del tempo, si sia accumulato in grandi quantità sulla superficie marziana.
I risultati di questo studio mostrano cosa ci può essere sotto lo strato superficiale color ruggine di Marte: una superficie che è stata modellata drammaticamente e più volte da impatti di piccoli corpi cosmici.
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