Passa ai contenuti principali

Il test per diagnosticare Ebola in 10 minuti

Lo ha sviluppato un team di scienziati del MIT e potrebbe rivelarsi utile per riconoscere in tempi brevi anche altre tipologie di febbri emorragiche.


Un test dal costo di 2 dollari (1,7 euro) impiega 10 minuti per diagnosticare Ebola. Non ha bisogno di corrente elettrica e di personale specializzato.

La diffusione del virus Ebola, responsabile della più grave epidemia della storia in Africa occidentale, sembra essere in fase di rallentamento, ma l'allerta resta comunque alta. Gli scienziati stanno continuando a studiare il virus a fondo, sia in funzione di un possibile vaccino, sia per capire se, ad esempio, possa mutare in una forma ancora più pericolosa.  
Il filone di ricerca che però sembra aver dato migliori risultati, al momento, è quello realativo allo sviluppo di test veloci e poco costosi per la diagnosi di Ebola. Recentemente ne sono stati sviluppati almeno due.

Il primo permette di diagnosticare nel giro di pochi minuti la presenza di Ebola o di altre febbri emorragiche. Lo ha sviluppato un team del MIT di Boston, che ha poi pubblicato i risultati del proprio lavoro sulla rivista Lab on a Chip.

CORSA CONTRO IL TEMPO. In sede di diagnosi la difficoltà maggiore risiede nel distinguere Ebola da patologie i cui sintomi, almeno nella prima fase dell'infezione, sono pressoché identici. Per avere un responso certo servono analisi di laboratorio molto sofisticate che necessitano della tecnica della PCR  (reazione a catena della polimerasi), un processo usato in biologia molecolare per amplificare DNA e RNA. Sono test molto accurati, ma difficili da realizzare sul campo e velocemente, con un conseguente dispendio di tempo che contrasta con la necessità di isolare il paziente fornendogli delle cure immediate.

COME FUNZIONA. Il dispositivo sviluppato in seno al MIT impiega solo 10 minuti per fornire una risposta adeguata. Si basa sulla tecnologia a flusso laterale, la stessa utilizzata nei test di gravidanza: in una scatoletta di plastica si trovano strisce reattive ai diversi virus. Il meccanismo coinvolge nanoparticelle d'argento colorate di rosso, verde e arancione: a ciascun colore corrisponde un anticorpo specifico, in grado di riconoscere il virus Ebola, la febbre gialla o la febbre dengue. Semplificando molto, una volta che il campione di sangue del paziente viene inserito nella scatola del test, si forma una banda colorata visibile a occhio nudo, che evidenzia - nel caso - la malattia.
Il sensore sfrutta le proprietà ottiche dipendenti dalle dimensioni delle nanoparticelle d'argento per rilevare la febbre gialla, la dengue ed Ebola.
MULTIUSO. Il test non ha lo scopo di sostituire gli attuali esami di laboratorio, bensì di fornire al personale medico un tempestivo screening preliminare, i cui risultati andranno poi confermati per mezzo delle analisi standard. I ricercatori sperano ora di ottenere l'approvazione della Food and Drug Administration per l'impiego del dispositivo nelle aree dove l'epidemia di Ebola è ancora in corso.

IL SECONDO TEST.  L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente approvato un altro test rapido per la diagnosi veloce di Ebola.  Si chiama  ReEBOV Antigen Rapid Test, è sviluppato da una azienda statunitense, la Corgenix, ed è in grado di identificare correttamente le persone affette da Ebola nel 92% dei casi e quelle non infette nell’85% dei casi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ri...

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano ...