Passa ai contenuti principali

Facebook, arriva l'erede per quando muori

La nuova funzione permette di scegliere un amico per la gestione del tuo profilo in caso di decesso.

Facebook ha reso disponibile una nuova opzione, che consente di designare un "contatto erede": le persone potranno ora scegliere un amico o un famigliare per la gestione del proprio profilo in caso di morte. Il meccanismo si integra con una funzione disponibile già da un po' di tempo, quella dell'account commemorativo.

IN MEMORIA DI... Dal 2009 Facebook dà la possibilità di trasformare il profilo di un defunto in un account commemorativo. Per avviare la procedura è necessario che un conoscente compili un apposito modulo online, in cui si segnalano nome e cognome della persona scomparsa, data del trapasso ed eventualmente "un link a un necrologio o qualsiasi documento relativo al decesso". Facebook fa le verifiche dovute e poi modifica il profilo, inserendo la scritta "In memoria di" prima del nome della persona scomparsa.
La pagina Facebook in memoria di Alberto D'Ottavi, blogger e imprenditore recentemente scomparso.
L'account commemorativo ha però delle limitazioni. Gli amici possono condividere pensieri e ricordi sulla bacheca, non ricevono l'avviso del compleanno del loro amico, ma per il resto la pagina rimane immacolata, ed è vietato cambiare i settaggi che l'utente aveva impostato prima di morire.

TESTAMENTO 2.0. Con la nuova funzione, l'account commemorativo sarà molto più dinamico. Intanto: il legacy contact va selezionato quando si è ancora in vita. Per farlo bisogna mettere mano alle impostazioni e indicare quale, tra gli amici, dovrà occuparsi del profilo post mortem. A questo punto Facebook invia una richiesta ufficiale al prescelto, il quale è libero di accettare o meno.

Una volta ottenute le chiavi dell'account, il contatto erede usufruisce di una serie di autorizzazioni speciali. Può scrivere un epitaffio celebrativo in cima alla pagina, può cambiare la foto di copertina e quella del profilo e può anche accettare nuove richieste di amicizia. Inoltre, se le impostazioni di sicurezza glielo permettono, ha il lasciapassare per scaricare tutte le foto, i post e le informazioni che l'utente morto ha condiviso in passato.
I tre passaggi per creare l'esecutore testamentario su Facebook.
Tuttavia, anche quando il "successore" è un parente stretto, non ha la facoltà di identificarsi direttamente con le credenziali di accesso del defunto, né di curiosare nei suoi messaggi privati. E nel caso non si volessero lasciare tracce, Facebook offre comunque l'opzione di cancellare tutti i dati ad avvenuto trapasso, analogamente a quanto fa il rivale Google Plus.

Al momento il servizio è fruibile solo negli Stati Uniti, ma presto arriverà anche negli altri Paesi.

CHE NE SARÀDI NOI. La piattaforma di Mark Zuckerberg, che ha compiuto 11 anni lo scorso 4 febbraio, ha raggiunto numeri da capogiro, superando ormai da tempo il miliardo di iscritti. Cifre che nascondono a loro volta una quantità record di dati sensibili, se si sommano i milioni di utenti attivi ad esempio su Google+, Twitter o il cinese Qzone.

Quello dell'eredità digitale è quindi un tema caldissimo, che richiede un'accorta riflessione da parte del mondo social, obbligandolo a definire linee di condotta sempre più trasparenti e ponderate.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record