Ci sarebbe una correlazione tra sonni più lunghi di otto ore e la probabilità di essere colpiti da eventi vascolari a danno del cervello: il tipo di relazione è però ancora da chiarire.
Scansioni cerebrali di un cervello colpito da ictus.
La tendenza a dormire a lungo potrebbe essere spia di un aumentato rischio di eventi vascolari acuti: in base a uno studio britannico appena pubblicato sulla rivista dell'American Academy of Neurology, chi dorme più di 8 ore a notte - specie in tarda età - potrebbe essere più facilmente soggetto a ictus (un danno cerebrale derivante dalla chiusura improvvisa o dalla rottura di un'arteria).
AMPIO CAMPIONE. Dalla ricerca, che ha coinvolto 9.692 soggetti sani di un'età media di 62 anni, emerge che chi dorme in genere più di 8 ore a notte ha il 46% di probabilità in più di essere colpito da ictus, rispetto a chi dichiara in media 6-8 ore di sonno (un valore considerato nella norma).
FORTE CORRELAZIONE. I ricercatori hanno sottoposto ai soggetti un questionario sulle abitudini al sonno, due volte in un arco di tempo di 9 anni e mezzo. Durante quel periodo, 346 persone sono state colpite da ictus. Chi è passato da 6 a oltre 8 ore di sonno a notte è risultato essere quattro volte più soggetto a ictus rispetto a chi dorme in media sempre la stessa quantità di ore.
LEGAME SALDO... Delle 986 persone che hanno dichiarato di dormire più di 8 ore a notte, 52 hanno avuto un ictus; tra le 6.684 persone con una normale durata del sonno, solo 211 sono state colpite da eventi vascolari. Il rapporto tra durata del sonno e rischio ictus è rimasto invariato dopo aver considerato fattori come colesterolo e pressione alti, indice di massa corporea e attività fisica compiuta.
...MA DA CHIARIRE. Per ora si tratta di una correlazione e non di un rapporto causale, chiariscono gli esperti: «Ancora non sappiamo se il sonno prolungato sia causa, conseguenza o avvisaglia di cattiva salute»,spiega Yue Leng, dell'Università di Cambridge, autore dello studio.«Serviranno ulteriori ricerche per chiarire questa relazione». Se la correlazione fosse confermata, lo studio dei ritmi del sonno potrebbe rientrare tra i parametri da tenere sotto controllo nella prevenzione di eventi acuti.
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