Passa ai contenuti principali

Serendipità: chi non cerca, trova

Ricercatori italiani avrebbero individuato i meccanismi che nel cervello favoriscono la "serendipità", ovvero la capacità di fare scoperte inaspettate. 

senza-titolo-10

Trovare qualcosa di inaspettato mentre si sta cercando qualcos’altro. È la serendipità, quel misto di fortunata coincidenza e guizzo dell’ingegno che talvolta è alla base di rivelazioni felici nella vita quotidiana, e magari anche di invenzioni o scoperte scientifiche.

Un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia, ipotizza di avere individuato le basi neurali di questo meccanismo misterioso di cui aveva parlato tra i primi il fisiologo Walter Bradford Cannon definendolo come “la facoltà di trovare le prove a sostegno di un’ipotesi in modo del tutto inaspettato, o la capacità di scoprire nuovi fenomeni o relazioni tra fenomeni diversi senza avere avuto l’esplicita intenzione di scoprirli”.

FLASH DI LETTERE. L’esperimento dei ricercatori è consistito nel sottoporre un gruppo di volontari ad alcuni tipici test sull’attenzione presentando su uno schermo, in un punto fisso, una serie di lettere a brevissimi intervalli di tempo. Come è ben noto in questo settore di studi, le persone hanno difficoltà a percepire uno stimolo, per esempio la lettera X, quando è presentata a un intervallo di tempo inferiore alla soglia di 300 millisecondi da un precedente stimolo, per esempio la lettera A.

IMPREVISTI. I ricercatori hanno osservato, per la prima volta, che la capacità di percepire coscientemente stimoli che normalmente sfuggirebbero migliora a certe condizioni. In particolare, se gli stimoli “facili” da vedere, quelli dopo l’intervallo di tempo di 300 millisecondi, venivano presentati in modo imprevedibile, senza una particolare regolarità, i volontari miglioravano notevolmente nel percepire anche quelli “difficili”.

«In pratica, quando non ci sono regole in quello che osserviamo, quando non abbiamo particolari aspettative, diventiamo più bravi a vedere anche quello che di solito non riusciamo a vedere» ha spiegato a Focus.it Fabrizio Doricchi, docente di neuropsicologia e coordinatore della ricerca.


TRACCE DURATURE. Dalle misurazioni elettrofisiologiche, i ricercatori hanno osservato che il cervello, quando manca la regolarità (per esempio gli stimoli non appaiono a intervalli fissi) mantiene più a lungo la traccia sensoriale del secondo stimolo. L’immagazzinamento e l’elaborazione degli stimoli nella corteccia visiva dura di più. Un po’ come se il cervello mettesse in atto questo trucco di aumento dell’attenzione per ovviare al fatto che non sa bene cosa aspettarsi. E questo sarebbe proprio il legame con le descrizioni della serendipità che sono state fatte anche da un punto fisiologico: uno stato di attenzione vigile e ricerca attiva, ma senza aspettative precise. Quando cerchiamo ma senza sapere bene che cosa, è più facile che ci accorgiamo di qualcosa che altrimenti ci sarebbe sfuggito.

UNA CURIOSITÀ. Il termine "serendipity" fu coniato dallo scrittore Horace Walpole, e deriva da Serendip, l’antico nome dello Sri Lanka: si racconta in alcune fiabe di principi del paese che trovarono sul loro cammino una serie di indizi che in più occasioni li salvarono.
http://www.focus.it/scienza/scienze/serendipita-meccanismi-cervello



Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record