Passa ai contenuti principali

La placenta su un chip

Realizzata da ricercatori per studiare meglio il funzionamento dell'organo che connette mamma e bambino.

corbis_42-29386403
Un feto di 36 settimane.
È un “organo” transitorio, eppure cruciale: la placenta. Può variare moltissimo da donna a donna, e molti esperimenti per studiarla non sono considerati fattibili, perché ci sono di mezzo una donna incinta e un feto.

Per questo motivo ci si affida a ricerche su animali, oppure si cercano alternative come quella realizzata da un gruppo di ricercatori americani e sudcoreani. Gli scienziati hanno realizzato per la prima volta una “placenta su un chip”, un sistema di studio insieme naturale e artificiale già utilizzato per fare ricerca su diversi altri organi, dal cuore ai polmoni, dal fegato alla pelle.

NATURALE E ARTIFICIALE. La “piattaforma” consiste in pratica in una barriera semipermeabile tra uno strato di cellule materne prese da una vera placenta e uno di cellule fetali prelevate da campioni di cordone ombelicale.

La placenta sul chip è stata fabbricata con i metodi tipici della microelettronica: le cellule sono immerse in una soluzione che le tiene in vita ma nello stesso tempo possono essere osservate dai ricercatori “ad alta risoluzione”.

È l’organo che ci dimentichiamo di aver avuto, perché lo perdiamo alla nascita. Ma per la scienza è un’inesauribile fonte di scoperte. Le ultime ve le raccontiamo sul numero 273 di Focus, in edicola fino al 20 luglio. Focus lo trovi sempre sulla nostra App Focus Italia (iOS - Android - Amazon - Zinio (web)). E per non perderti nessun numeroabbonati qui.

PASSAGGI DI BARRIERA. Il suo funzionamento è stato inizialmente testato con il glucosio, che è passato regolarmente dal lato materno a quello fetale, come nel trasferimento di nutrimento che avviene durante la gravidanza. Si tratta ora di migliorare il sistema e di studiare altri test che possano valutare in tempo reale il passaggio di sostanze dalla “madre” al “bambino”, per comprendere meglio la funzione di barriera della placenta, e perché in certi casi il sistema non lavora a dovere.


Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di