Passa ai contenuti principali

Italia, penisola dei tornado e delle trombe d'aria

In Italia le trombe d'aria provocano spesso vittime e danni, e sono frequenti, con una stagionalità che varia da regione a regione.

tornado-2004
Porto S. Margherita (Caorle, VE), agosto 2004: le fasi di assottigliamento (shrinking stage) e di decadimento (decaying stage) del tornado (fonte: www.tornadoit.org).
I tornado, mulinelli neri che triturano alberi e case al loro passaggio, sono un fenomeno meteorologico comune anche in Italia: «In base ai dati presentati al convegno sui fenomeni atmosferici violenti (Spagna 2004) è emerso quasi a sorpresa che in molte regioni italiane i tornado sono frequenti, anche se di intensità minore rispetto agli Stati Uniti», dice Fulvio Stel, dell'osservatorio meteorologico regionale del Friuli-Venezia Giulia (Osmer). Poi puntualizza: «Non è però facile fare il confronto con il passato perché i dati sono scarsi».
NUBE NERA. Giornali e televisioni li chiamano trombe d'aria e, in effetti, per chi li vede a grande distanza appaiono come una sottile colonna di aria, goccioline d'acqua e detriti in violenta rotazione che sembra collegare al suolo una grande nube nera. L'aria in rotazione può raggiungere anche i 500 km/h ed esercitare sugli oggetti presenti a terra una pressione pari a una tonnellata per metro quadrato.

Nel raggio di azione di un tornado (2 o 3 km) agiscono poi le forzedeterminate dall'aria calda che sale (correnti ascensionali): possono raggiungere velocità di 300 km/h e sollevare da terra perfino una locomotiva o una casa.

In Italia, nell'arco di pochi anni si sono verificati alcuni tornado di grado f3, cioè di intensità quasi pari a quelli che si abbattono nelle grandi pianure americane, e parecchi altri di forza considerevole, con venti intorno ai 200 km/h. Uno dei tornado più violenti mai abbattutisi sull'Italia è quello che ha colpito la zona di Broni (Pavia) il 16 giugno 1957: in base alle testimonianze raccolte all'epoca dei fatti potrebbe essersi trattato addirittura di un f4 in moto lungo una direttrice di una decina di chilometri - da Robecco Pavese a Valle Scuropasso - distruggendo case e uccidendo ben 7 persone, con venti di 400 km/h.

«Il paragone con gli Usa non è corretto, perché sono diversi la morfologia del territorio, l'interazione tra i principali motori del sistema climatico e la temperatura delle correnti in gioco», spiegaDario Giaiotti, dell'Osmer. Nelle grandi pianure degli Stati Uniti la differenza di temperatura tra le correnti è molto maggiore e questo forte contrasto rende i tornado americani più violenti.

Tuttavia, per quanto riguarda il nostro Paese, i dati parlano chiaro: «Regioni come la Lombardia, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, l'Emilia-Romagna, la Puglia e la Sicilia sono a rischio di tornado violenti, anche se le più colpite sono le coste tirreniche», dice Mauro Giovannoni, della società Geodata.

DOVE E QUANDO. I tornado si concentrano in alcuni periodi dell'anno, che variano da regione a regione. Giovannoni precisa: «La Lombardia è a rischio nel periodo che va da giugno a ottobre, con un picco ad agosto; il Friuli e il Veneto da giugno a novembre con un picco a settembre; l'Emilia-Romagna da aprile ad agosto; in Puglia il massimo del rischio è a ottobre; in Sicilia a novembre. Infine, sulla costa del basso Tirreno la massima probabilità di tornado si ha in ottobre e novembre, mentre nell'alta Toscana e in Liguria da giugno a dicembre».

Le differenze tra regione e regione sono determinate dalle diverse condizioni in cui si formano i tornado: «Sul versante tirrenico le infiltrazioni di aria in quota non sono abbastanza secche e dunque i tornado sono più deboli. In Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna invece le trombe d'aria si formano quando i venti freddi dell'arco alpino si scontrano con le correnti calde che si sono arricchite di umidità scorrendo lungo l'Adriatico. In Sicilia e in Calabria le correnti calde arrivano invece dall'Africa e quelle fredde da nord-ovest, e il contrasto nella temperatura e nell'umidità tra i venti è massimo».


Ti potrebbero interessare:
Come si forma una tromba d'aria
Che cosa fare in caso di una tromba d'aria
Che differenza c’è tra ciclone, uragano e tornado?
Quanto costa un disastro ambientale?

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di