Brevettato dall'italiana Ocean Reef Group, consente di coltivare basilico e lattuga sott'acqua.
Non ci sono solo la lattuga hi-tech giapponese o le erbe che crescono negli ex rifugi antiaerei di Londra.
Anche in Italia sono allo studio nuove strade per l'agricoltura del futuro: in Liguria, davanti alle coste del comune di Noli, c'è l'Orto di Nemo, dove basilico e lattuga crescono 6-8 metri al di sotto della superficie del mare. È un esperimento tutto italiano, che sta dando buoni frutti e ha entusiasmato i reporter del Washington Post.
LE BIOSFERE. L'avventura comincia quando Sergio Gamberini, presidente di Ocean Reef Group (azienda famigliare specializzata in attrezzature e servizi per i sub) si rende conto che sott'acqua ci sono condizioni molto favorevoli all'agricoltura: la temperatura è costante, l'umidità sufficientemente alta, insetti e parassiti non possono raggiungere germogli e piantine, e dunque si possono evitare pesticidi. Il passaggio successivo è costruire delle biosfere, cioè delle strutture in plastica trasparente ancorate al fondale e contenenti aria, dove provare a mettere in pratica l'idea.
L'ORTO SUBACQUEO. Dopo un paio d'anni di sperimentazione e dopo aver perduto qualche raccolto, l'Orto di Nemo ha assunto la forma che ha oggi: 5 biosfere che garantiscono una temperatura costante intorno ai 26 gradi centigradi, un tasso di umidità dell'83% e alte concentrazioni di anidride carbonica, che favorisce la crescita delle piante.
LA SITUAZIONE ATTUALE. Giunto al suo quarto anno di vita, l'Orto di Nemo produce un raccolto che ancora non viene commercializzato. La signora Gamberini utilizza il basilico per preparare il pesto e servirlo ad amici e parenti. I quali sostengono che sia eccellente, in tutto e per tutto identico a quello cresciuto all'aria aperta.
LA REAZIONE DEL MARE. Granchi e polpi hanno visitato le coltivazioni, senza però toccare minimamente le piante, mentre i cavallucci marini hanno trovato al di sotto delle biosfere un ambiente favorevole alla riproduzione e all'allevamento dei piccoli. Insomma, pare proprio che l'idea di Sergio Gamberini non abbia un impatto negativo sull'ecosistema marino.
GLI SVILUPPI FUTURI. Ocean Reef Group, che detiene il brevetto dell'Orto di Nemo, intende proseguire la sperimentazione in modo da perfezionare il progetto in ogni sua parte. Nel frattempo sta allargando le coltivazioni alle fragole e ai piselli, con un occhio rivolto anche ai funghi.
Nel video sottostente, Luca Gamberini (International Marketing Office di Ocean Reef Group) spiega il funzionamento dell'Orto di Nemo grazie a disegni e riprese subacquee – il video è in inglese, con sottotitoli in italiano.
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