Passa ai contenuti principali

Sulla Luna: due meteoroidi in 24 ore

Sono i frammenti di una cometa transitata a luglio nel nostro vicinato spaziale. Sono grandi come una noce, ma un sistema di monitoraggio delle zone in ombra della Luna è riuscito a catturarne il passaggio, ora ammirabile in una GIF.

moon-impact
Un frame dell'animazione, con uno dei due luoghi di impatto dei meteoroidi.
Due frammenti rocciosi segnalati da altrettanti lampi di luce, precipitati sulla Luna il 17 e 18 luglio 2018, a 24 ore esatte di distanza: li ha individuati il progetto di ricerca MIDAS (Moon Impacts Detection and Analysis System), e sono forse due residui della coda di una stessa cometa, 169P/NEAT, che visita il sistema Terra-Luna sempre alla metà dell'estate (e a noi terrestri offre lo spettacolo dello sciame meteorico Alpha Capricornidi).

Un lampo dopo l'altro, a 24 ore di distanza: clicca per attivare l'animazione.
PRIVA DI SCUDO. Gli improvvisi lampi luminosi sulla Luna sono noti da un migliaio di anni, ma solo negli ultimi decenni si sono cominciati a studiare in modo puntuale. La Luna è continuamente raggiunta da frammenti di asteroidi e comete (chiamati, appunto, meteoroidi), che impattano contro la sua superficie alla velocità di migliaia di km all'ora. Anche la Terra subisce questo "bombardamento", ma i sassolini spaziali finiscono per lo più completamente distrutti in atmosfera. Sulla Luna non c'è atmosfera e l'impatto dà origine a questi flash luminosi, visibili attraverso i telescopi.

LUCI E OMBRE. MIDAS, un progetto avviato nel 1997, ne prevede tre, in altrettante località della Spagna (la NASA ha un progetto analogo, il Lunar Impact Monitoring Program). Questi strumenti osservano la faccia "vicina" della Luna, ma nelle zone in ombra, oscurate dalla Terra, in modo che i lampi di luce risultino meglio identificabili sullo "sfondo" scuro. Studiando questi oggetti possiamo farci un'idea del flusso di materia interplanetaria che investe anche la Terra, ma con maggiore facilità, perché della contenuta superficie lunare riusciamo a studiare porzioni più ampie.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di