È il re degli squali, ed è il pesce predatore più grande e temuto al mondo. Ecco perché.
L'esibizione di un formidabile predatore.
Il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) è il predatore marino più temuto, il "mangia-uomini" per eccellenza dell'immaginario collettivo da quando, negli anni Settanta, Steven Spielberg ci ha regalato Lo squalo, appunto. In realtà, il suo abituale menu è a base di pesci, cetacei, foche e otarie, tartarughe. In un ipotetico confronto, solo le orche (e gli uomini) sono in grado di avere la meglio. Però, confermano gli esperti, tutti gli attacchi mortali per l'uomo sono in effetti attribuibili a lui: ecco il suo identikit.
IDENTIKIT DI UN KILLER INVOLONTARIO. Il grande squalo bianco è diffuso in tutti i mari, tranne i più freddi. Frequenta anche il Mediterraneo, tuttavia solo in alcuni luoghi come in California e in Sudafrica si trova in grandi concentrazioni. Gli esemplari più grandi possono raggiungere i 6 metri di lunghezza e arrivare a pesare un paio di tonnellate, ed è longevo: può vivere fino a 73 anni.
Ci vede bene anche in condizioni di luce scarsa e, proprio come mostrano i film, può saltare fuori dall’acqua per guardare il suo obiettivo.
Il suo morso è tra i più potenti in natura, reso micidiale da mascelle formidabili e da circa 300 denti che, negli esemplari adulti, possono misurare fino a 7,5 centimetri. Ha più file di denti, che crescono una dietro l’altra: in questo modo, quando un dente viene perso è sostituto da quello dietro - e il processo continua per tutta la vita.
LO SCATTO MORTALE. La pinna caudale, mossa lateralmente, gli dà la spinta: può nuotare a 56 km/h e saltare fuori dall’acqua, per esempio quando va a caccia di foche. I colori sono da perfetta mimetica per il suo ambiente: bianco sotto e grigio-blu sopra. Così è meno visibile da sotto (si confonde con la luce che arriva dall’alto), mentre da sopra si confonde col fondale.
La linea laterale è un sistema sensoriale che rileva le vibrazioni causate dal movimento delle prede. Sul muso, ci sono recettori che rilevano i campi elettrici. La pelle è coperta da scaglie chiamate dentelli dermici, che la rendono abrasiva: in altri tempi era addirittura usata per lavorare il legno.
Il Mediterraneo è frequentato da ben 47 tipi di squali. Alessandro De Maddalena, curatore della Banca Dati Italiana Squalo Bianco, spiega su Focus 311 che benché una quindicina di specie di squali presenti nel Mediterraneo sono note per aggredire l'uomo, le probabilità di essere attaccati è così bassa che non dovrebbe preoccuparci.
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