Google ci riprova e presenta sul mercato una nuova versione dei Google Glass: sembrano quelli di prima, ma promettono di essere più intelligenti e, soprattutto, si rivolgono a un nuovo pubblico.
Uguali ai vecchi Glass ma più potenti e con speciali lenti protettive: sono il wereable di Google dedicato alle aziende.
A volte ritornano e stavolta tocca ai Google Glass. Ve li ricordate? Gli occhiali intelligenti realizzati da Big G che avrebbero dovuto rivoluzionare il modo di accedere alle informazioni e alla tecnologia. Ma poi ritirati perché, di fatto, inutili e pure complicati da usare.
Ebbene, tre anni dopo la loro uscita di scena, i Glass tornano sul mercato completamente rivisitati e con un ambito di applicazione del tutto nuovo: il mondo delle aziende.
OK GLASS: AL LAVORO! Gli ingegneri di Google hanno infatti pensato di realizzare una nuova versione di questo dispositivo da utilizzare nel mondo dell’industria, in tutti quei contesti dove la tempestività dell’informazione è essenziale.
I Glass potranno per esempio dare informazioni sullo stato dei processi di lavorazione di una catena di montaggio, evidenziare un guasto o segnalare in tempo reale quando la scorta di un certo materiale è arrivata al limite.
I nuovi Google Glass Enterprise Edition arriveranno con una app realizzata da Plataine, azienda israeliana specializzata nelle intelligenze artificiali.
L’utente dei Glass avrà così a disposizione un’assistente virtuale con cui interagire grazie a comandi vocali e in grado di mostrare le informazioni sulla lente-schermo ma anche di leggerle in modo facilmente comprensibile anche in ambienti rumorosi come quelli industriali.
ADDIO COMPUTER? Secondo gli esperti di Google questo dispositivo permetterà ad operai e lavoratori di tutti i livelli di gestire i processi di cui sono responsabili senza bisogno di un computer. Una bella sfida? Sicuramente sì, ma probabilmente non l’unica.
Secondo quanto riporta Futurism, l’utilizzo dei Glass dovrà vincere numerose resistenze da parte dei lavoratori, soprattutto quelle legate al possibile controllo che le aziende potrebbero attuare, grazie a questi dispositivi, sui propri dipendenti: cosa stanno guardando, cosa stanno dicendo, dove si trovano ecc.
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