Era l’insieme di attività culturali e sportive che, durante il fascismo in Italia, venivano obbligatoriamente svolte nel pomeriggio del sabato, giorno in cui la giornata lavorativa e scolastica finiva alle 13:00. I passatempo del sabato erano organizzati dall’Opera Nazionale Balilla e da quella del Dopolavoro, che tenevano lezioni di dottrina fascista, esercizi ginnici e una serie di esercitazioni militari e paramilitari.
PER GRANDI E PICCOLI. Le attività erano destinate a tutti, grandi, ragazzi (e ragazze) e bambini (i “figli della lupa”). Considerato indispensabile per la fascistizzazione della popolazione, il sabato fascista fu regolamentato nel 1935 da un Regio decreto. E l’anno seguente venne affiancato dal “sabato teatrale”, con cui il regime voleva avvicinare i lavoratori, in particolare operai e contadini, al mondo del teatro, offrendo spettacoli a prezzi agevolati.
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